Da un'esperienza provinciale è nata l'idea di questo libro, che si rivolge proprio a chi fa politica quotidianamente senza essere un professionista della politica.
Il nodo centrale è quello della formazione e della formazione politica in particolare.
Come scrive il prof. Lucio Guti nella Premessa, "la formazione sembra dunque il vero problema. La formazione al vivere democratico ne è uno dei risvolti contenutistici e, certamente, uno dei più importanti anche se, per l'aspetto sociale e politico, essenziale''.
La formazione quindi come realtà ormai ineliminabile e necessaria per il far politica in una società complessa – me è la nostra, questo è il messaggio di fondo del libro.
E i compiti della formazione politica? "Sviluppare innanzitutto la capacità di padroneggiare le relazioni, e quindi la dialettica tra il sistema sociale il sistema morale, tra il sistema sociale il sottosistema istituzionale, nonché gli effetti dello sviluppo scientifico nella sensibilità morale; in secondo luogo una mentalità equilibrata che sappia mediare tra aspetti nomotetici (leggi generali) e aspetti idiografici (bisogni individuali) della politica (che è sempre un po' arte, cioè vissuto soggettivo e un po' scienza, cioè leggi e teorie); infine una mentalità progettuale-istituzionale; vale a dire un'attitudine a costruire partendo a una determinata filosofia politica, dei progetti volti a tradurre in pratica questi valori; in sostanza, una disponibilità all'azione politica, una posizione attiva, e non di adeguamento passivo, fronte al dato sociale''.
Il libro è diviso in quattro parti: la prima (aspetti storici) servendosi come traccia del testo di JJ. Chevalier, "Le grandi opere del pensiero politico", ripercorre la storia del pensiero politico da Machiavelli fino alla seconda guerra mondiale. La seconda parte (il concetto di democrazia) contiene un'ampia sintesi del testo di G. Sartori "Democrazia e definizioni" e la terza (la politica come scienza) rappresenta un tentativo di avvicinare a un tema così importante, eppure così insolito nei programmi di formazione politica, attraverso le sintesi di alcune opere significative nella storia della scienza politica (vi sono compresi autori come G. Mosca, M. Duverger). La quarta ed ultima parte propone una sintesi di opere di alcuni autori contemporanei, da Maritain a Mounier, da Kelsen a Bobbio per finire con il recente "la nuova cristianità perduta" di Scoppola.
Si tratta insomma di uno strumento privilegiato per studiare ma anche per elaborare e operare; la nostra ansia di rinnovamento del partito e della politica passa necessariamente per il nodo della formazione politica. "È necessario che queste potenzialità non vengano vanificate dalla pigrizia e dalla paura che rischiano di condurre i partiti a trasmettere alle nuove generazioni un'idea superata, oligarchica e pericolosa della politica. Per questo siamo convinti che, per un partito politico, rivedere il modo con cui fa formazione politica, possa essere un'occasione importante per ripensare il proprio ruolo all'interno di una società in rapida trasformazione, affrontando il problema alle radici".
Gino Mazzoli, Federico Mioni
Giovani, democrazia, scienza politica.
Strumenti di formazione politica
Editrice ElleDiCI
Intervista agli autori
Federico Mioni, come è nata l'idea di scrivere questo libro?
Da una esperienza effettuata tra il 1976 e il 1979. I giovani dc di Reggio Emilia si trovavano a fare una serie di corsi di formazione seminariale che scavalcavano la tradizionale impostazione data dal Partito (di natura un po' apologetica ed un po' generica a livello di tensione morale e partecipativa). Si pensò un approccio scientifico e sistematico alla politica anche guardando ad alcuni politologi che in quegli anni erano particolarmente in evidenza.
Nacque così un corso di tipo seminariale e permanente che si sviluppò in tre anni di lavoro.
Le sessioni di questo corso vennero riassunte in schede che costituirono l'oggetto di un libro che uscì alla fine del '79: "Strumenti di formazione politica".
Successivamente Mazzoli ed io ci mettemmo insieme per riproporre questo libro in maniera notevolmente ampliata e riveduta, adeguata così alle generazioni attuali.
Questa iniziativa editoriale avrà un seguito?
Sì. Non abbiamo ancora fissato coordinate precise ma non è escluso che a questo testo (di impronta specificamente analitica) segua una parte propositiva.
Siamo sicuri che l'idea avrà un buon successo anche in termini commerciali perché rappresenta un fatto unico in questo settore.
A Gino Mazzoli chiediamo se, in previsione di nuove iniziative, hanno pensato di ricollegarsi ad altre esperienze estere di formazione politica.
Il lavoro in atto ha una duplice valenza: oltre che per il partito anche per la scuola media superiore, soprattutto per quanto riguarda l'Educazione Civica. Il prof. Guasti dell'Università di Parma, pedagogista, è membro della Commissione italo-americana per la revisione dello studio della Educazione Civica. Il fine è quindi quello di ampliare lo studio dell'Educazione Civica alla educazione politica all'interno delle nostre istituzioni scolastiche. Ciò potrebbe rendere più evidente la funzione sociale di un partito politico.
Un consiglio per un buon uso del libro.
Non è un breviario ma un libro un po' sperimentale. L'importante è capire la filosofia che sta a monte e che ritroviamo nell'introduzione. È importante anche scegliere bene le parti del libro da approfondire in base alle esigenze dei fruitori. Noi attribuiamo molta importanza alla parte sulla "politica come scienza" che caratterizza notevolmente l'intera ricerca.
a cura di Marcello Vernola e Enrico Letta



