Proposte per il futuro MG

Un movimento all'altezza delle nuove leve

Nuova Politica - Un movimento all'altezza delle nuove leve pagina 15

Passata la stagione dei dibattiti e dei congressi, da cui, insieme a contributi ed indicazioni pro ammatiche sono scaturite le nuove strutture dirigenziali, il Movimento Giovanile è ora impegnato a riprendere il confronto con nuova lena e con accresciuto impegno per accelerare il processo di riforma delle strutture orgarrizzative.

Lealterne fasi che hanno caratterizzato la vita del nostro movimento negli ultimi anni hanno datoluogo ad una pressante richiesta da parte degli amici della periferia di «inventare» nuove forme di presenza e di coagulo politico.

D'altro canto il cammino sin qui percorso dal movimento giovanile per rinnovarsi indica che corrisponde concretamente all'instanza posta dal Delegato Nazionale Renzo Lusetti e dal Congresso di Maiori, e costituisce ormai una condizione ineliminabile per ampliare e rafforzare la nostra presenza organizzativa. Di qui la necessità di continuare sulla via del rinnovamento concoraggio, decisione, chiarezza di idee e di obiettivi.

Non si può però immaginare di perseguire obiettivi nuovi e precisi, giocare un diverso ruolo politico con strutture obsolete, come quelle attuali del movimento giovanile.

Ecerto che se vogliamo veramente condurre una battaglia per aprire prospettive nuove sono necessarie una decisa volontà politica, una vasta autonomia e, soprattutto, una struttura interna nuova che, attraverso una partecipazione diversa, consenta di dare vigore al nostro disegno politico.

Un'«ingiunzione»ad operare un cora oso sforzo di autentico e non superficiale rinnovamento al livello d1 strutture politiche, capace di mobilitare intorno al nostro simbolo le migliori energie dei giovani, impegnandole attivamente in quelle tradizionali palestre di formazione politica che sono le sezioni, i comitati provinciali e regionali, l'abbiamo ricevuta da molti amici della base nel corso del recente convegno dei Quadri dirigenti che si è tenuto nell'ambito della Festa "Nazionale dell'Amicizia di Milano.

E necessario che gli organi periferici del nostro movimento, è stato sottolineato, non si riducano ad organi di mera e rituale registrazione di decisioni burocratiche, ma siano teatro di vivace dialettica, per la cui promozione non giovano artificiosi unanimismi o strumentali contrapposizioni correntizie, ma occorre una sincera volontà di vivere tutti assieme l'esaltante esperienza politica della partecipazione alla guida del nostro «risorto» movimento che, dopo anni ed anni di forzato «bavaglio», ha rimesso in moto il suo meccanismo politico.

Una riflessione generalizzata sulla struttura organizzati va degli organi periferici ad oggi risulterebbe, in maniera forse eccessiva, scoraggiante. Infatti appare notevolmente calato il tono di molti comitati provinciali e regionali: scarse e frettolose riunioni, rari dibattiti politici, molta carenza di impegno organizzativo, di iniziative promozionali e di presenza operativa.

D'altro canto in questi ultimi anni la periferia è stata lasciata allo sbando, senza proposte, senza coordinazione.

Gli organi periferici devono riprendere vigorosamente lo sforzo di diffusione politica al livello capillare; la ricerca di agganci nel mondo cattolico; l'impegno in uno sforzo di presenza massiccia e continua ad ogni livello, per offrire del movimento giovanile una immagine seria e credibile, fatta di non squallide divisioni correntizie, ma di puntuale e vivificatrice aderenza alle esigenze delle masse giovanili.

Per fare questo, dobbiamo operare tutti insieme per una riconsiderazione approfondita dellefunzioni del Movimento Giovanile dc,dei modi della sua presenza nelle sedi centrali e periferiche del partito, della sua autonomia finanziaria.

L'obiettivo prioritario è quello di dare al movimento giovanile una struttura organizzativa agile, che dia prontezza di movimento e rapidità di esecuzione alle istanze del centro nazionale e delle realtà locali. Non si tratta comunque di un obiettivo di p_oco conto né di un impegno che possa essere assolto in breve tempo. E auspicabile che si giunga presto alla riforma del regolamento che dovrà essere più snella ed essenziale a differenza del groviglio delle norme attuali.

E altresì importante risolvere alcuni problemi legati al tesseramento, ai limiti di età, alla funzione degli organi periferici e centrali.

Tesseramento

La struttura attuale prevede una unica tessera, quella del partito. Le ipotesi alternative possono essere due: la prima avere due tessere, quella del Movimento Giovanile dai 14 ai.25 e quella del partito, contemporaneamente dai 18 in poi.

L'altra ipotesi potrebbe essere l'iscrizione giovanile dai 14 ai 25 anni e l'iscrizione al partito successivamente dai 25 in poi. Il Movimento Giovanile, in questo caso, sarebbe reappresentato negli organi del partito in proporzione dal numero dei giovani iscritti ai vari livelli.

Ma riguardo al tesseramento dobbiamo stabilire se il Movimento Giovanile, indipendentemente dalle suddette ipotesi, debba o meno gestire il tesseramento.

Limiti di età

Un altro problema è quello relativo all'età.

Come è noto attualemnte fanno parte del Movimento Giovanile i giovani in età fra i 17 e i 25 anni. Stiamo esaminando la situazione riguardo ai limiti di età esistenti oggi nelle altre organizzazioni giovanili dei partiti italiani.

Bisogna comunque considerare l'ipotesi di abbassare l'età minima a 14 anni, e di aumentare quella massima ai 26 anni.

Sezioni

Al riguardo delle sezioni esiste il problema del numero minimo per poter costituire un gruppo giovanile o se invece il numero minimo debba essere consideratro in rapporto al numero degli iscritti al partito. Se sia necessario un nuovo organo che permetta di costiture gruppi giovanili in più sezioni o gruppi, specie nelle areee metropolitane, di ambiente (nelle università, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nelle strutture del tempo libero).

Comitati regionali

Particolare importanza ritengo che si debba dare al comitato regionale che dovrà sempre di più avere delegati nuovi poteri, ad esempio, in ordine ai problemi della formazione ed anche al coordinamento organizzativo. Innanzitutto si rende necessaria una revisione della struttura dell'organo, estendendo la partecipazione con diritto di votoad una cerchia più ampia di persone. Si tratta ancora di stabilire se la rappresentanza provinciale debba essere paritetica o se invece debba essere proporzionale al numero degli iscritti.

Centro nazionale

Riguardo al centro nazionale esiste, in particolare, il problema del funzionamento; se la direzione e l'esecutivo debbano essere organi divisi o se, invece, debbano essere uniti in un unicoorgano. Concludo qui pur sapendo che i temi trattati esigevano maggiore approfondimento; ma volevo, ovviamente presentare solo spunti di discussione per una questione, quella organizzativa, naturalmente ancora apertissima.

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