Nuova Politica - Giovani in dissolvenza pagina 33
Il prof. Martino, autore di più di uno studio sul pianeta-giovani, parla a ruota libera di scuola, associazionismo e impegno politico. Nella nave del GIO'2 il senso della storia e del cammino comune.

Ospite del GIO'2, ieri mattina è stato il prof. Cesare Martino, ordinario di storia della sociologia all'Università di Roma: ha parlato ai giovani che affollavano il tendone fuori del porto di Livorno, della possibilità della musica di essere linguaggio universale di pace.

Noi di "Giornale di bordo" ne abbiamo approfittato per allargare il discorso ed affrontare con lui alcuni temi riguardanti i giovani di oggi.

 

Lei, prof. Martino è stato autore di recente di uno studio molto interessante sul movimento dei giovani dell'85; oggi, ad un anno di distanza, è possibile dame una valutazione di quel che è rimasto di quel fenomeno?

Il movimento dei giovani dell'85 come espressione politica tradizionale non ha lasciato dietro di sé grandi tracce: è stata, possiamo dire, una espressione tipica di messaggi giovanili legata al mondo della scuola.

Rimane a noi oggi il problema di quelli che sono i processi educativi; in questo senso i giovani dimostrano tutta la loro difficoltà di trovare nuovi messaggi perché si è esaurita la spinta espressiva legata al mondo tipico giovanile: la scuola".

 

Crede che prima o poi, in un modo o nell'altro il movimento dei giovani, con tutto quello che ha rappresentato, dovrà riemergere?

Il sommerso giovanile è pronto a riemergere in qualsiasi luogo, ovunque vi sia presenza di giovani. Ma non è tanto il luogo che è importante, quanto la generalità dei temi delle problematiche che emergeranno.

Certo la scuola è in questo senso un luogo privilegiato rispetto agli altri, perché la scuola è uno dei pochi luoghi, una delle poche occasioni che i giovani di oggi hanno per stare insieme e in cui i rapporti e le strutture amicali sono più forti, favorendo l'interscambio di rapporti umani stabili.

 

Proprio a proposito della scuola, l'altro giorno Romano Prodi parlando delle difficoltà dei giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro e in genere nei processi sociali, ha indicato nelle carenze della scuola la causa maggiore...

"In effetti c'è un grave deficit in Italia di istanze educative, che è anche crisi di orientamento, abbinata all'incapacità del sistema di offrire assieme ad un valido indirizzo formativo della persona umana anche una serie di opzioni e di possibilità in prospettiva.

Il problema vero, il nodo centrale da risolvere assolutamente è quello di un orientamento complessivo da fornire ai giovani per dare un senso alla loro vita. La scuola allora deve servire soprattutto a fornire ai ragazzi una loro precisa identità sociale.

 

Qualcuno dice che oggi ai giovani manca proprio il senso della prospettiva, la capacità di organizzarsi il futuro...

È indubbio che il senso del futuro è rarefatto. Domina oggi una forte cultura dell'immediato, ma questo avviene non in forma perversa o disperata. Capita, però, che spesso si ragioni più in termini di individualità che di gruppo; ci si trova davanti ad un individuo che a fatica riesce a vedere il proprio futuro e che spesso assume i caratteri della malinconia".

 

Veniamo a noi. Ha avuto modo credo, di farsi un'idea, seppure forzatamente superficiale, di quelli che sono i giovani dc riuniti qui per questo secondo festival nazionale del MG. Sinceramente cosa ne pensa della quinta generazione dc?

Tanto per cominciare devo sottolineare una curiosità, un aspetto che mi ha colpito e impressionato favorevolmente: ho potuto rilevare una grande crescita della partecipazione femminile. Per il resto, certo, anche qui si sentono i riflessi di una cultura che è quella più generale.

Ma in una struttura come quella di un movimento giovanile si possono trovare nuovi stimoli: l'associazionismo spinge ad interagire.

La politica si alterna con il fatto amicale ei vincoli e le motivazioni che conducono alla scelta di impegnarsi ne escono notevolmente rafforzati.

Ma pare inoltre di riscontrare tra di voi la consapevolezza che il vero nodo da sciogliere per dei giovani impegnati in politica è la capacità di progettualità: la politica, infatti, consiste nell'inventare il proprio futuro, con la consapevolezza che questo compito non è delegato a qualcun altro.

 

E sulla formula di questo GIO'2 che ne pensa?

Mi piace soprattutto l'aspetto simbolico della festa, con tutto ciò che la nave vuol rappresentare. La nave, infatti, rappresenta il senso della storia, il cammino comune, la volontà dello stare insieme.

Il percorso dell'incontro, la scelta di tematiche impegnative e comuni a tutta un'area culturale come quella cattolico-democratica dimostra una istintiva convergenza per tentare di ricostituire un preciso pensiero politico, con una certa sistematicità ed organicità.

È positivo, poi, l'aver individuato alcuni valori centrali da cui partire per sviluppare altri temi ed altre problematiche più vaste, passando da un aspetto alla generalità.

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Franco Cimino Oldani Mesoraca

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