GIO'2 Boat
Giornale di bordo n. 6
pagina 5

De Mita ore 9. Lezione di politica.

Nuova Politica - De Mita ore 9. Lezione di politica. pagina 5
Nuova Politica - De Mita ore 9. Lezione di politica.
A colloquio il segretario e la quinta generazione democristiana. Il dialogo con il mondo cattolico, il rinnovamento, la questione morale. Le speranze di De Mita nei confronti del giovanile. Le correnti ed il pericolo dell'autoisolamento dei giovani.

Faccia a faccia tra i giovani democristiani e il segretario del partito: De Mita fa il punto con la quinta generazione sulla situazione generale del movimento giovanile in quella che è con ogni probabilità l'ultima festa nazionale a recare la firma della gestione di Renzo Lusetti.

Niente domande che riguardino l'alleanza di governo o la politica esterna al partito. Chi si azzarda a farne viene subito interrotto.

Gli argomenti, mette in chiaro il segretario, sono stati già fissati prima dell'inizio del dibattito. Pertanto chi ha intenzione di parlare dell'alleanza o dell'alternativa dovrà aspettare il prossimo appuntamento del genere. Vale a dire domenica.

"Segretario" è la prima domanda "rispetto al passato le speranze che lei nutre nei confronti del giovanile sono immutate o no?"

De Mita, che non sembra voler sciogliere il ghiaccio più di tanto (una impressione a dire il vero poi smentita dall'andamento del confronto), risponde lapidario: "Sono aumentate". Accanto a lui i "senatori" dell'MGDC. Nell'ordine: Enrico Di Giuseppantonio, Renzo Lusetti, Luca Danese e Mauro Fabris.

Tra la platea invece Dario Franceschini. "Era il mio candidato alla delegatura" ricorda De Mita, "Ma mi sbagliavo". Risate in sala. La televisione a circuito chiuso riprende Franceschini in primo piano. Ride De Mita, ride anche lui. "Il fatto — spiega il segretario riferendosi all'attuale dirigente del Movimento Giovanile — che li conoscevo appena. C'ero stato solo a pranzo. E Franceschini mi era sembrato il più intellettuale''.

Ma Lusetti si è rivelato un leader degno.

"La speranza di per sé non basta" prosegue De Mita, che con il passare del tempo si scioglie e per ogni domanda prende minuti e minuti di risposta.

Quello che serve è a suo avviso un autentico dialogo tra le altre componenti del partito.

Il maggiore pericolo, spiega in seguito, è che i giovani, ma anche le donne e gli anziani della Democrazia Cristiana, si trasformino in una sorta di minoranza che si inserisce nel gioco politico all'interno del partito, delegando ad altri la possibilità di fare politica (una scienza nobile) in cambio di alcuni privilegi ristretti.

Un dialogo che deve privilegiare il mondo cattolico. Trascurato negli ultimi decenni, questo aveva fornito all'indomani della guerra un "Come eravamo" che era lecito attendersi, visto lo stacco generazionale tra chi parla e chi ascolta la crema della classe dirigente democristiana ed italiana.

Ignorare il mondo cattolico è stato lo stesso che registrare un declino nel livello di preparazione dei dirigenti democristiani.

Ora la situazione, è l'analisi di De Mita, cambia il retroterra che aveva perso negli ultimi anni i contatti col partito ha ripreso a comunicare a tutti i livelli, anche perché, ed è un errore in cui incorre la maggior parte della stampa laica, "Mondo cattolico" è un termine che non necessariamente va tradotto con "Comunione e Liberazione'', "Movimento popolare'' e "Cattolici popolari'. Ma il dialogo deve riprendere all'interno dello stesso partito: la democrazia cristiana, spiega il segretario, è un partito dove il mugugno spesso domina sul confronto.

Il problema non è quello delle correnti, fucine di pensiero, ma delle correnti degli "amici di...".

Una cattiva abitudine democristiana che ha fatto sì che le sezioni restino praticamente chiuse, che gli iscritti si rechino a votare solo "dopo che giunge una certa telefonata", che piccole minoranze organizzate siano in grado di asfissiare tutto il partito.

Problemi generali, problemi locali, problemi della stampa DC, il rosario delle curiosità ed anche delle lamentele della quinta generazione si snocciola domanda dopo domanda.

Temi più trattati: i commissariamenti, la questione morale, il rinnovamento. "I leader giovanili che lasceranno la mano dopo il prossimo congresso "potranno concorrere subito alla segreteria del partito" scherza De Mita.

Per passare a parlare del rinnovamento attuato nelle liste elettorali in occasioni delle elezioni passate, e che ha dato i suoi buoni risultati.

La nave entra a Palermo. Gli stomaci scombussolati dalla maretta della notte e della mattina trovano requie.

Anche gli ultimi ritardatari si alzano dopo aver ignorato le ingiunzioni via altoparlante di Lusetti.

Si tirano fuori le bandiere per il benvenuto.

Nel porto attendono Leoluca Orlando e Sergio Mattarella.

La seconda lezione sul "demitapensiero" (dopo quella di Bergamo) è conclusa. A domani la terza.

Tema assegnato: la pace.

Palermo, vicino all'Europa
Marco Preti

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