GIO’2 Boat
pagina 7

Il saluto di De Mita ai giovani del GIO' Boat

Nuova Politica - Il saluto di De Mita ai giovani del GIO' Boat pagina 7

Mentre altri movimenti giovanili di partito vivono una certa crisi di identità, ho già avuto modo di affermare che il movimento giovanile della Democrazia Cristiana, dal Congresso di Maiori in poi, vive invece un momento felice, quasi di rifondazione. La vostra iniziativa del «GIO' Boat», la seconda festa dell'amicizia dei giovani dc, ne è probabilmente, un esempio efficace.

Non è un caso infatti che in questo che l'ONU ha dichiarato «anno internazionale della pace» siete forse l'unico movimento giovanile, e non solo di partito, che a questo tema dedica interamente una riflessione non solo utopica, né solo contingente, ma legata con concretezza alla realtà attuale del nostro Paese. Sin da quando Lusetti mi parlò la prima volta della possibilità di una festa dei giovani dc in viaggio per la pace sull'Achille Lauro toccando vari centri del nostro Paese, ho compreso che al di là delle ovvie difficoltà soprattutto di carattere umano per ciò che questa nave rappresenta, il progetto di trasformare un luogo di sofferenze e di tensione internazionale di un crocevia di riflessioni sulla pace ci permetteva, con realismo di riallacciarci alla grande tradizione di impegno internazionale del nostro partito.

Chi non ricorda infatti le grandi visioni politico internazionali di uomini che della Dc hanno fatto la storia, come De Gasperi, Sturzo, La Pira e lo stesso Moro? In essi ritroviamo l'ansia che da sempre pervade l'impegno per la pace e per più distesi rapporti internazionali, che è uno dei punti su cui poggia il programma politico del nostro partito. Capacità cioè di operare, sempre all'intorno delle tradizionali scelte di democrazia occidentale, per il disgelo tra le grandi potenze, per una politica di comprensione e di aiuto reciproco tra i popoli, per uri costante tentativo di tenere sempre allacciati i pur tenui fili del colloquio anche nei momenti di maggior tensione internazionale.

Per questo trovo certamente impegnativo il tema, ma anche stimolante, soprattutto in un periodo come l'attuale, in cui il nostro Paese è stato, suo malgrado, al centro di tensioni internazionali. Penso che la Democrazia Cristiana, e una riflessione storica sull'argomento credo che non potrà che confermare questo, ha tutte le carte in regola per poter parlare di pace, ma soprattutto per far sì che, quotidianamente, l'azione del Governo e del Parlamento, e in generale di tutte le istituzioni, sia volta fattivamente al servizio della pace tra i popoli.

C'è bisogno, cioè, di uno sforzo, in questi giorni di festa e di riflessione, per giungere ad una definizione in chiave politica di un percorso con tappe e programmi precisi. Non basta proclamare la pace, infatti, soprattutto per un partito politico e quindi anche per il suo movimento giovanile. Bisogna scoprire le strade politiche con cui ricercare questo obiettivo. Ed anche questo fa parte oggi e sempre di più in futuro, del rinnovamento del nostro partito e della rifondazione del sistema politico italiano che potrà portare con sé certamente una disponibilità maggiore dei partiti e delle istituzioni anche verso questi temi così sentiti dai giovani, ma vi assicuro anche dai meno giovani, della Democrazia Cristiana e del nostro Paese.

Mille giovani in viaggio per parlare di pace
Nel Villaggio Mondo tra speranze e realismo
Vincenzo Scotti

Articoli correlati

Totale: 6
Scuola
L'impossibile analogia tra la protesta dei giovani in Francia e la situazione italiana. È necessario un atteggiamento più responsabile e rigoroso da parte del «mondo degli adulti» per ristabilire un rapporto più profondo tra cittadini e istituzioni, tra esigenze degli individui e scelte di chi governa. E nei giovani di oggi una domanda più cosciente, matura e chiara rispetto alle proteste del '68.
A colloquio il segretario e la quinta generazione democristiana. Il dialogo con il mondo cattolico, il rinnovamento, la questione morale. Le speranze di De Mita nei confronti del giovanile. Le correnti ed il pericolo dell'autoisolamento dei giovani.