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Germania

La ricomposizione dell'Europa

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Nuova Politica - La ricomposizione dell'Europa

La Germania continua a stupire: forte ed efficace dappertutto, in economia, nello sport – perché no? – nella politica. Partita quasi per ultima nella rincorsa delle rivoluzioni pacifiche del 1989, è sicuramente la prima per la velocità con cui il processo politico è proseguito.

L'ipotesi della riunificazione – cautamente sollevata con molti distinguo, ampi gesti delle mani e non poche smorfie nei primi dibattiti televisivi dopo la caduta del muro – sarà una realtà entro la fine di quest'anno.

É stata una rincorsa contro il tempo della politica che ha spiazzato anche le superpotenze e gli altri due Stati occupanti del secondo conflitto mondiale, una gara al rilancio che faceva sussultare sulle poltrone i leaders del pianeta cinque minuti dopo che avevano inghiottito il sussulto precedente, una staffetta fra Kohl e De Maiziere che ha lasciato spesso sorpresi gli stessi alleati di governo dei due premiers.

Dopo la sortita solitaria di Kohl del dicembre '89 – che proponeva un processo di riunificazione in tre tappe e che venne accolto con freddezza dalle superpotenze – si è tornati concretamente a lavorare su questa ipotesi il 13 febbraio di quest'anno dopo un incontro fra Modrow e Kohl dedicato all'unione monetaria.

Un mese più tardi, a Bonn, prima riunione dei cosiddetti 4 + 2 (Germanie più Potenze occupanti) per preparare gli assetti della unificazione.

Ma la vera accelerazione avviene con le elezioni in Germania Democratica del 18 marzo e la schiacciante vittoria di De Maiziere. Il plebiscito sul partito democristiano viene giustamente considerato come "disco verde" all'unificazione.

Il 2 aprile la Bundersbank lancia la sua proposta sull'unificazione monetaria che mette sul tappeto, però, alcuni termini, sottovalutati, della questione: la locomotiva dell'est confrontata con quella dell'ovest a prezzi di mercato vale poco, e così la sua moneta. Si prospetta la svalutazione "de facto" dei faticosi risparmi delle famiglie dell'est, delle attività industriali.

Ma il treno continua a correre: il 12 aprile, De Maiziere è eletto Primo Ministro sulla base di un programma che prevede la riunificazione con la permanenza della nuova Germania nella Nato. Gorbaciov impiegherà alcuni mesi per deglutire il boccone, ma la Nato medesima, con l'invito di questa estate al leader sovietico al Comitato Atlantico, cercherà di fugare ogni sospetto.

Alla fine di aprile viene fissato per il 2 luglio il termine della riunificazione monetaria che, dopo un batti e ribatti, stabilisce un meccanismo di cambio oscillante fra l'1 a 1 ed il 2 a 1 che attutisce l'impatto del mercato sui cittadini dell'est.

5 maggio: prima conferenza ufficiale 4 + 2 che riconosce come immodificabili i confini con la Polonia e che fa dire a Shevardnadze "É finita la guerra fredda". La conferenza successiva sarà tenuta a luglio a Parigi.

Inizia anche, prima ancora della unificazione monetaria, il dibattito sulla data delle elezioni congiunte e dell'unificazione di Stato. Prevale il 3 ottobre per la riunificazione ed il 2 dicembre per le prime elezioni congiunte, nonostante un tentativo estivo dei leaders democristiani di anticipare ulteriormente le date.

Il processo è dunque quasi al termine: confusi sono i pronostici sulla performance del nuovo Super-Stato tedesco. Ad ovest avanzano i neo-nazisti, ad est ci sono ancora scampoli di ex-comunismo; ad ovest abbondano capitali, ad est abbonda manodopera ed abbonderà sempre più quando il mercato, ad esempio, metterà in crisi le macchine Trabant confrontate con le più attraenti Volkswagen.

É una miscela potenzialmente esplosiva, ma potenzialmente esplosivi sono i risultati positivi che il cocktail può produrre.

Su tutto aleggia una inquietudine: che l'euforia della riunificazione faccia perdere di vista, in una sindrome di comprensibile egoismo, l'obiettivo della integrazione europea che i 12 si sono dati con l'entrata in vigore dell'Atto Unico.

Ma un sentimento oggi è prevalente su tutto: il muro della vergogna, la ferita inferta ali 'Europa dalla seconda guerra mondiale e dalla logica di Yalta è finalmente superata.

La storia è tornata, in Europa, a parlare un linguaggio nuovo.

La Germania dopo il voto

È il Paese che ha visto la maggior accelerazione dei tempi politici in questo anno.

Il 18 marzo, primo fra i Paesi dell'ex blocco socialista, ha votato per un Parlamento che doveva durare 2 anni composto da 400 membri.

Partiti % di voti seggi
Alleanza per la Germania
(democratici-cristiani)
48 193
Socialdemocratici 22 87
Socialisti democratici
(ex-comunisti)
16 65
Liberali 5 21
Altri 9 34


Primo Ministro in carica: Lothar de Maiziere (Alleanza per la Germania)
guida una coalizione con socialdemocratici e liberali.

L'unione monetaria è entrata in vigore il 2 luglio.

Ancora qualche dubbio – mentre scriviamo – sulla data definitiva delle elezioni unificate con l'Ovest.

L'unificazione effettiva avverrà entro l'anno.

Ancora qualche difficoltà per gli accordi internazionali sulla sicurezza militare.

380.000 unità sovietiche sono ancora sul suo territorio.

Voglia d'Occidente
Da un sindacato al partito

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