Quando la Polonia cancellò il comunismo con un lapis
"Vorrei assicurare che i nostri generali si sbagliano. Sono ormai troppo esageratamente sicuri di sé. Dimenticano che la natura del regime vigente comprende la sociologia della sorpresa: qui in una mattina di primavera ci si può svegliare in un regime completamente diverso... stando nei loro gabinetti, girando per i corridoi dei loro uffici, ascoltando i rapporti dei loro informatori, essi non sanno che cosa pensano di loro i comuni cittadini. Noi invece, anche se in galera, lo sappiamo benissimo. Per questo auguro loro che il conflitto in Polonia si risolva in dialogo".
Le speranze che Adam Michnik, uno degli ideologi di Soldarnosc, esprimeva nel 1985 dal carcere di Danzica, si sono puntualmente verificate nelle prime ele
zioni libere in Polonia.
Il successo di Solidarnosc in Polonia nasce da lontano, molto più lontano degli scioperi del 1980; nasce da quella fortissima identità cristiano-nazionale che ha consentito ad un Paese privo di confini naturali e localizzato al crocevia di ogni invasione possibile di essere sciolto per 3 volte in 120 anni e di ricomporsi sulla base di quella identità.
Su questi fattori anche Solidarnosc ha costruito la sua identità: appartenenza nazionale e identità cristiana.
I risultati dopo un decennio faticosissimo non si sono fatti attendere: prima la rivoluzione e la normalizzazione di Jaruzelsky, poi il Nobel a Walesa, il carcere, i tentativi di riforma economica falliti così come il referendum sulla riforma stessa del 1987.
Il generale Jaruzelski, alla fine, ha scelto il dialogo: contro tutti, comunisti, funzionari, sindacati di regime, ha trattato per più di un anno i tempi di una transizione pacifica alia democrazia ed ha poi indetto, nel giugno 1989, le elezioni libere.
Erano in gioco 100 posti al Senato ed il 35% dei posti della Camera, essendosi il POUP riservato di diritto il restante 65% dei seggi: 27 milioni di polacchi alle urne il giorno stesso del massacro di Tienammen, 2333 candidati in corsa. Così, mentre a Pechino Deng mostrava il proprio volto di feroce tiranno, il popolo polacco ha cancellato dalla storia il Poup.
Nessun dirigente comunista eletto al primo turno, solo pochi quelli ripescati al secondo; con l'8% della popolazione iscritta al Partito Comunista, il Poup ha conseguito, in termini proporzionali, il 5% dei voti. Solidamosc, nel giugno 89, ha fatto cappotto: 99 seggi su 100 al Senato, la stragrande maggioranza di quel 35% riservato alla libera competizione. Poi, nella seconda parte dell'estate, il 2 a O definitivo ai danni del vecchio regime: Walesa rende impossibili le condizioni per un governo diverso da quello di coalizione, ma boccia la candidatura cuscinetto di Malinowski del Partito Contadino; propone Tadeus Mazowiecki ottenendo il disco verde prima da Mosca, poi da Varsavia.
Alla fine di settembre, a Varsavia è già post-comunismo.
É stata, nonostante la normalizzazione del 1981, la rivoluzione più "morbida" dell'Est: sofferta ma vissuta intensamente dalla Chiesa, dalla società civile, non dovuta alla debolezza comunista ma alla grande determinazione dei leaders di opposizione. E in fondo, va dato atto al POUP e, ancor più, al generale Jaruzelski, di essere stati leali nel gioco politico; dopo aver provato da soli la strada del risanamento economico del Paese e aver constatato la completa assenza di legame con la società, i comunisti si sono avviati, con un po' di rassegnazione, ad un giudizio popolare di cui, certo però, non prevedevano un esito così catastrofico.
L'irrefrenabile "domino" europeo dell'89 è così cominciato a Varsavia nel buio di una cabina elettorale. Con un colpo di lapis.
L'ora di Mazoweicki
| 21 gennaio | Morte misteriosa a Varsavia del prete cattolico Stephan Niedzelak. |
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| 4 aprile | I sindacati di regime cercano di ostacolare il dialogo fra Jaruselsky e Walesa. |
| 17 aprile | Il tribunale accoglie la richiesta di Solidarnosc di tornare alla piena libertà. |
| 5 giugno | Alle prime elezioni libere, il PC polacco viene cancellato. Solidarnosc ottiene 99 seggi su 100 al Senato ed il 100% dei posti disponibili alla Camera Bassa. |
| 8 giugno | Trattative fra il POUP e Solidarnosc per un governo di coalizione. |
| 19 luglio | Per un voto, Jaruselsky è eletto Presidente della Polonia. |
| 27 luglio | Walesa respinge l'ipotesi di un governo di coalizione con il POUP. |
| 1 agosto | Solidarnosc ed il Partito dei Contadini bocciano il premier Kiszczak. |
| 14 agosto | Il POUP cede. Malinowski (partito contadini) incaricato di formare il governo. |
| 16 agosto | Anche Malinowski rinuncia. Mosca dà il via libera per l'incarico a Solidarnosc. Walesa affiderebbe al POUP i ministeri della Difesa e degli Interni. |
| 18 agosto | Mazowiecki incaricato di formare il governo. |
| 7 settembre | Varato il governo Mazowiecki. A Solidarnosc il dicastero degli Esteri. |






























