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Cecoslovacchia

I poeti al potere

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Nuova Politica - I poeti al potere

Come era la Cecoslovacchia del prima-di-Havel?

Un Paese economicamente sano (scarso debito estero e livello di vita decente), con una eccellente produzione agricola – utilizzata da Ligaciov come argomento contro la riforma agricola voluta da Gorbaciov in Unione Sovietica – ed una più lenta ripresa industriale; sul piano politico, un PC diviso equamente fra sostenitori e avversari della perestrojka, un dissenso molto articolato che ha in Charta 77 la sua punta più autorevole, una presenza religiosa che non va oltre al 10-15% anche se ha nel cardinal Tomacek un pastore autorevolissimo.

L'invasione del 68, il sacrificio del febbraio successivo di Ian Palach, Charta 77 hanno segnato profondamente la stagione della politica cecoslovacca che registra una intensa attività sotterranea di rapporti fra ex e nuovi leaders del dissenso che il regime ha confinato ai lavori più umili e gravosi, ma che non ha avuto certo il coraggio di eliminare fisicamente.

Se la società polacca ha nella identità cattolica e nazionale il proprio punto di riferimento, quella cecoslovacca lo trova nel resuscitare la primavera del 68, la stagione di Dubcek e del socialismo "dal volto umano". É per questo che nel corso degli anni, i protagonisti di quella stagione vengono chiusi in carcere qualche giorno prima degli anniversari e rila

sciati qualche giorno dopo per evitare disordini e dimostrazioni.

Ma il 1989 è un anno particolare: in Piazza Venceslao, nel cuore di Praga, il 21 agosto, dopo molti anni, il governo comunista, già diviso profondamente sulla necessità o meno delle riforme, reprime sotto l'occhio delle telecamere di mezzo mondo le manifestazioni degli studenti.

E sono proprio quest'ultimi che i primi di novembre danno il via ali 'inarrestabile rush finale della rivoluzione "gentile" costituendosi in sit-in permanente a Venceslao davanti all'aiuola in cui trovò la morte Ian Palach 20 anni prima.

Il regime vacilla: sul gradino di cemento dell'aiuola cresce giorno dopo giorno lo strato di cera dei lumini lasciati accesi giorno e notte, Dubcek chiede da Bratislava, poco prima di un breve arresto, le dimissioni del gruppo dirigente comunista. Il 22 del mese, i "brezneviani" vengono liquidati, e la piazza capisce che è giunto il momento di tentare di forzare la mano.

Si apre una tavola rotonda di negoziato

fra regime ed opposizione: giocano da protagonisti un drammaturgo in maglione, Vaclav Havel, ed un anonimo sacerdote di una parrocchia di Praga, Padre

Maly. Mentre il Partito Comunista sì lacera e sì decompone, Piazza Venceslao è sempre piena di oratori improvvisati, di capannelli, dì manifestazioni.

A dicembre, la rivoluzione gentile vince la partita: Husak, il Qusling di Praga, si dimette dagli incarichi; alla vigilia dell'anno nuovo, la Cecoslovacchia regala l'ultima emozione del 1989 con la elezione di Dubcek a Presidente del Parlamento e di Havel a Presidente della Repubblica. La rivoluzione, covata per 20 anni, si è consumata in 45 giorni.

Molti sono espatriati dopo l'apertura delle frontiere in novembre, ma molti di più sono rimasti a combattere pacificamente per la loro libertà; resta il rammarico di una sola vittima, un giovane studente ucciso dalla polizia il 17 di novembre all'inizio del sit-in nel cuore di Praga.

In Cecoslovacchia, poeti ed intellettuali tornano al potere; il Castello che domina su Praga torna a parlare il linguaggio della gente; il simbolo della nuova politica è OF (Obcanske Forum), un cliché a due colori con una "O" blu ed una "F" rossa tracciati a mano ed una faccina sorridente disegnata dentro la "O", quasi un segno di una ritrovata gioia di vivere.

E il mondo guarda piazza Venceslao

15 gennaio Scontri nel ventennale del suicidio dì Jan Palach
21 febbraio Havel, condannato a 9 mesi dì carcere duro per "istigazione ad adunanza non autorizzata", ottiene in appello uno sconto dì un mese sulla pena.
21 agosto Violenta repressione delle manifestazioni per i 21 anni dell'invasione sovietica.
7 novembre Si dimette il premier Adamec.
12 novembre Canonizzata Beata Agnese di Praga.
14 novembre Concessa, anche in Cecoslovacchia, la libertà dì espatrio.
17 novembre Inizia il sit-in degli studenti in Piazza Venceslao. Violente repressioni: ucciso uno studente, Dubcek arrestato a Bratislava per alcune ore.
22 novembre Dubcek parla ai manifestanti dì Venceslao chiedendo le dimissioni in blocco del gruppo dirigente comunista.
24 novembre Trionfo per Dubcek: il Comitato Centrale liquida i "normalizzatori" brezneviani; Urbanek nuovo segretario del partito al posto di Milos Jakes.
3 dicembre Primo governo dì coalizione: i comunisti mantengono però la maggioranza con 15 ministri su 20.
8 dicembre Sì dimette Husak, il grande "normalizzatore" del 68 cecoslovacco.
11 dicembre Smantellata la cortina di ferro che divideva da 36 anni il Paese: abbattuti 570 chilometri di filo spinato dall'Austria.
28 dicembre Dubcek viene eletto Presidente del Parlamento.
29 dicembre Havel è eletto Capo dello Stato.
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