I partiti politici occidentali, gli osservatori, i giornalisti e – perché no? – gli organizzatori di questa Festa dei giovani dc si ponevano, all'inizio di quest'anno, un interrogativo: chi, al di là dello spazio sui media, del carisma personale, delle amicizie influenti, della propria sofferta storia passata, avrebbe poi vinto l'unica prova vera su cui la democrazia fonda il giudizio sulle idee politiche: quella elettorale?
Anche i giovani dc, che pure pensavano da tempo a questa Festa, avevano la difficoltà reale di capire chi sarebbe stato l'interlocutore organizzativo e politico al di là della ex- cortina di ferro, in una situazione in cui si sprecavano i leaders improvvisati, i neo-partiti, i movimenti.
Dalla prima prova elettorale, il 18 marzo in Germania Est per non voler considerare la Polonia dell'89, all'ultima del 17 giugno in Bulgaria, la risposta è arrivata e non ha evitato anche alcune sorprese.
Vediamone in sintesi alcune:
- la maggior fluidità politica, come spiegato meglio in altra parte di questo catalogo, è proprio nel Paese che per primo si è mosso sulla strada della libertà e per primo ha avuto un risultato elettorale strabiliante ed apparentemente omogeneo: la Polonia. Eppure, sotto il grande cartello di Solidarnosc, ci si prepara oggi ad un confronto, anche duro, fra posizioni politiche diverse;
- sembra strano, ma i Partiti Comunisti (o i loro successori) perdono di più proprio laddove si erano rimessi in discussione con maggior coraggio: è il caso dell'Ungheria o, ma con minor enfasi, della Germania Est;
- al contrario, il 1989 ha anche visto alcune "rivoluzioni del camaleonte": come spiegare altrimenti lo· strabordante successo dei comunisti camuffati della Bulgaria e della Romania? eppure, proprio in questi Paesi, il disastro economico del socialismo reale è stato particolarmente accentuato;
- essere conservatori non è più una offesa! Parlando con tanti amici dell'"Est" si nota come, essendo stata la "sinistra" identificata col marxismo, oggi la corsa politica sia a destra, sulla "conservazione". Diceva un amico cecoslovacco: essere conservatori oggi dà alla gente la sensazione che i cambiamenti verranno effettuati con maggior saggezza e con minor retorica;
- la Cecoslovacchia e l'Ungheria forniscono anche il più stimolante invito al coraggio e al superamento della vecchia forma partito: nascono i Forum – più istituzionale quello ungherese, più spontaneistico e volontario quello di Havel – àncora della partecipazione politica e del coinvolgimento della gente, abbattimento dei vecchi steccati. Per capire il perché dell'accusa di rigidità alla forma partito, pregasi leggere, in questo catalogo, la sintesi del pamphlet di Havel "Il potere dei senza potere";
- avere un passato di dissidente non basta sempre a vincere le elezioni. Eh sì, serve anche l'organizzazione in politica. Così si spiega come mai personaggi dal passato esemplare, che desta ammirazione, come Benda in Cecoslovacchia o come i dissidenti tedeschi e quelli rumeni non abbiano avuto il premio elettorale che qualcuno attendeva alla vigilia;
- ed infine, dulcis in fundo, l'eccezionale presenza democristiana in una metà di continente che aveva cercato di sradicare per decenni i valori dell'umanesimo e del cristianesimo dalla lotta politica e dalla vita sociale: ed ecco le schiaccianti vittorie in Germania, Polonia, Ungheria e le buone affermazioni in Cecoslovacchia.
Ma adesso, questa è la legge della politica, non è più tempo di valutazioni e rimpianti: inizia la stagione della ricostruzione economica e politica, inizia il tempo della ricucitura del continente "Europa".































