Presentazione

La politica della solidarietà

Nuova Politica - La politica della solidarietà pagina 6

Un GIO' attraverso quella che è stata troppo a lungo l'altra Europa per proporre l'impegno dei giovani dc per la libertà.

Il cambiamento in cui sono coinvolti i Paesi dell'est apre una stagione di grandi speranze, ma queste speranze dovranno confrontarsi con i problemi posti dal divario tra paesi ricchi e paesi poveri e tra nord e sud del pianeta, dal riaccendersi del fondamentalismo religioso e nazionalistico, questioni che preoccupano un mondo che vuole emanciparsi dal vecchio equilibrio del terrore e dove ognuno vede la propria parte di responsabilità accrescersi. L'equilibrio internazionale ha bisogno di una forte presenza politica, non più soltanto economica, di questa Europa divenuta più grande.

Per costruire questa politica è decisivo affrontare il problema delle libertà, che non è solo un problema degli altri, dei paesi dell'est o di quelli del terzo mondo, ma è pure un problema nostro. Anche l'occidente è cambiato in questo decennio, è cambiato il rapporto tra produzione e lavoro e se si considera che gran parte delle libertà è dei diritti del- 1'uomo si sono concretamente realizzati proprio in virtù della contrattazione nata su questo rapporto, possiamo temere come prossimo il rischio di una società in cui gran parte dei cittadini non sia più garantita e veda la propria libertà ridotta ad un dato formale svuotato di contenuti. All'ombra dell'utile senza etica si stanno affermando interessi tanto forti da poter rompere qualsiasi patto di solidarietà sociale. Il sogno di una ricchezza pulita data dalle operazioni finanziarie, pulita perché consente di fare i soldi con i soldi lontano dalle fabbriche e dai problemi di gestione del personale, alimenta spinte speculative che minano la-stabilità della nostra economia e che periodicamente finiscono per metterla in crisi.

L'affermazione dei movimenti e dei partiti democratico cristiani non è casuale, nei paesi dell'est europeo. Quei popoli sentono l'ispirazione religiosa come un forte richiamo ad un fattore di libertà lungamente osteggiato dai passati regimi. La dimensione popolare della religione induce a scoprire quegli elementi comuni a tutta la società che servono per costruire un nuovo senso della cittadinanza. L'interclassismo democratico cristiano appare come il contorno di una nuova cittadinanza e consente di governare la trasformazione equilibrando accumulo e distribuzione dei beni in aree dove il mancato sviluppo ha lasciato un'ampia gamma di bisogni non tutelati. Il rispetto per la dignità dell 'uomo, l'interclassismo, una guida della società che sappia trovare un equilibrio dinamico tra libero mercato e intervento dello Stato, sono caratteri tipici del pensiero democratico cristiano che proprio per questo è stato criticato sia della scuola liberale sia da quella marxista come un pensiero politico debole, ma proprio grazie a questi caratteri, dove gli altri hanno tragicamente fallito, il nostro pensiero politico si è affermato aprendo una strada sicura allo sviluppo della democrazia. Noi che rifiutiamo l'idea di una democrazia minoritaria, non possiamo accettare che i 4/5 della popolazione mondiale vengano esclusi dallo sviluppo e dall'esercizio delle libertà fondamentali.

I democristiani, nel dopoguerra, hanno saputo superare per primi il concetto di una storia delle nazioni, guardando ad una storia dei popoli, in questo spirito è nata la costruzione europea. Da questo retroterra dobbiamo muoverci per promuovere una politica della solidarietà garanzia della coesistenza civile tra tutti i popoli e di un progresso nella libertà a cui tutti possono partecipare.

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