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pagina 45
Cecoslovacchia

Il manifesto delle 2000 parole e le parole degli inviati

Nuova Politica - Il manifesto delle 2000 parole e le parole degli inviati pagina 45
Nuova Politica - Il manifesto delle 2000 parole e le parole degli inviati

Jan Prochazka: "Ci dicono che stiamo turbando i rapporti con l 'Unione Sovietica e le altre nazioni socialiste, come se contraddicesse il socialismo il fatto che non vogliamo essere sudditi di alcun padrone nè padroni di alcun suddito, ma libera terra tra popoli uguali in un mondo giusto. Solo reggendoci sulle nostre gambe, diritti e liberi, possiamo essere buoni amici di amici buoni e disinteressati alleati di alleati disinteressati".

Dai reportage giornalistici dell'invasione

"Una notte inquieta. Auto veloci e sobbalzanti; voci, passi e battiti di porte. Forse, ma ancora lontani, rombi di aerei. Formo il numero di telefonb di un giornalista del 'Rude Pravo'. Un singhiozzo gli strozza la voce: "È finito tutto, tutte le nostre speranze". (...)

Ore 7 Il transistor gracida il messaggio del Presidente. Alla Tv due speakers con i segni della tensione e del dolore alternano la lettura del messaggio con le prime informazioni: un'operaia della zona di Letna è rimasta schiacciata da un carro armato sovietico. A Karlin, un ragazzo in motocicletta è stato colpito da una raffica di mitra. (...)
Ore 8 L'eco dei primi spari di mitraglia giunge fino alla zona sud della città. (...) I cacciabombardieri continuano a sorvolare la città. (...)
Ore 9 La televisione trasmette il primo servizio filmato. Nella storica Piazza S. Venceslao gruppi di studenti, di beatnik, di apprendisti levano il tricolore ceco sotto il viso dei carristi sovietici. Un tram si ferma e scarica una brigata di operai; si unisce ai giovani se si avvia verso il Museo nazionale che sovrasta la piazza. Il filmato si ferma su questa immagine. I sovietici stanno salendo le scale della Tv (...).
Ore 9.40 Un aereo leggero vola sulla Moldava, compie evoluzioni sulla città, getta manifestini sulle piazze. Ne raccolgo uno: "Dubcek, Cemik, Sik, Cisar sono dei traditori. Viva Novotny, il glorioso compagno tradito". No, non funziona. Novotny è esecrato, oggi più che mai. (...) Il partito comunista cerca di divincolarsi dalla stretta che l'imprigiona. I sovietici, anche se tengono prigionieri i suoi dirigenti, non riescono a impedirgli di reagire... non hanno fatto i conti con il lievito della libertà che Dubcek aveva fatto assaporare a tutto il Paese (...). Il dolore per i cechi è la condizione ottimale per esprimere la loro forza di carattere e un coraggio fuori dal comune.
Ore 10 Sbocco in piazza Ostrcilovo e vedo i primi russi. A gruppi di tre o quattro, col parabellum imbracciato, il bazuka in spalla, un pugnaletto sull'inguine stanno appoggiati ai muri, con gli occhi arrossati dal sonno e la pelle bruciata da una lunga marcia sotto il cielo ucraino... i giovani praghesi sventolano bandiere e cartelli scritti in russo "Tornatevene a casa", "Andate nel Vietnam". La gente si accosta ai carri; chi conosce il russo ragiona di politica: discorsi semplici che i soldati ascoltano in silenzio, facendo sì con la testa, allargando le braccia "Noi siamo comandati". Finché non arriva l'ufficiale, berrettino a visiera e giaccone di pelle, che dà ordini secchi, respinge la folla puntando la pistola.
Ore 10.35 Un boato si alza sulla città: una colonna di fumo si solleva sui tetti; la via stranamente deserta si riempie di persone anziane che fuggono spaventate... Sulla piazza invasa dai giovani passa una colonna di autoblindo, sulle torrette i soldati puntano le mitraglie. I loro occhi guardano angosciati. Temono l'ordine di sparare. Hanno già sparato, spareranno ancora. (...)
Ore 13 Verso Vinohrady inizia un bombardamento spaventoso; quando tace il cannone si ode il gracidare dei mitra, lo schianto dei muri che crollano, il fumo si è fatto più denso; non è più il caratteristico odore di nafta bruciata ad appestare l'aria, ora si sente l'odore di legno e masserizie. I giovani gonfiano la strada scendendo verso la piazza, ma poi tornano all'attacco. Un carro armato sta scavalcando ciò che resta di un'auto civile. Sotto la sede della radio, i giovani avevano ostruito la strada. Un'auto cecoslovacca che tentava di passare si scontrava con un carro russo: i quattro passeggeri morivano sul colpo. Per lo scoppio del serbatoio dell'auto, il carro si è incendiato. Da qui il massacro in Piazza Venceslao e la rappresaglia contro i palazzi della zona di Vinohrady. Ore 13.40. L'atteggiamento dei giovani è di lucida ribellione, quello degli anziani di resistenza passiva assoluta. Nella capitale, forse in tutto il Paese, si è verificata spontaneamente una separazione precisa dei compiti: i giovani sulle piazze a manifestare, gli anziani a rifornirsi di cibo, i politici e gli intellettuali a stampare giornali clandestini e studiare piani di resistenza. (...)
Ore 19 Sulla città si va stendendo, confuso col fumo degli incendi, un crepuscolo grigio. Comincia a piovere. Un silenzio drammatico accompagna la gente verso casa. Svoboda è prigioniero al Castello, Cisar, il leader dei giovani, è nelle mani della polizia sovietica. Negli ospedali si lavora febbrilmente: decine di feriti devono essere operati. Mentre tomo verso la Leninova incrocio altre colonne che entrano in città".

Dal manifesto delle 2000 parole

(27 giugno 1968)

" ... la maggioranza del nostro popolo aveva salutato con speranza il programma del socialismo: ahimè, in seguito la sua direzione finì nelle mani di persone indegne...il partito si trasformò in un organismo di potere che esercitava una forza di attrazione crescente su degli egoisti avidi di potere, dei vili calcolatori e delle coscienze malvage... le elezioni non avevano alcun senso e le leggi non erano autorevoli ...non potevano fidarci dei nostri rappresentanti, non potevamo chiedere nulla perché essi non potevano ottenere nulla... dall'inizio di quest'anno abbiamo incominciato a vivere un processo innovatore di democratizzazione... questo processo avrebbe potuto nascere solo tra i comunisti poiché solo essi hanno potuto negli ultimi 20 anni fare vita politica, solo i critici comunisti sono stati messi di fronte ad alcuni fatti, solo l'opposizione comunista ha potuto conoscere se stesso, il suo avversario direttamente ... il processo di rinnovamento non porta novità sostanziali: alcune idee sono anteriori agli errori del socialismo, altre sono sempre state sbandierate ma senza incidere sulla realtà concreta della vita... la vera origine di questi cambiamento sociali è nell'economia ... alcuni di noi solo dopo parecchi mesi hanno cominciato a credere veramente di poter parlare, e altri non lo credono ancora... ciascuno di noi dovrà tirare le proprie conclusioni e assumersi le proprie responsabilità; le conclusioni comuni e concordanti potranno nascere solo da una discussione che esige una libertà di espressione, che resta la sola nostra conquista democratica di quest'anno... Il PC prepara il suo congresso che dovrà eleggere il nuovo comitato centrale: bisogna esigere che sia migliore dell'attuale ... in ultima analisi le concrete qualità della futura democrazia si giocheranno con e nelle aziende, perché nonostante tutti inostri discorsi, alla fin fine gli economisti ci tengono in pugno... bisogna ottenere di più sul piano locale e comunale: esigiamo l'allontanamento di tutti coloro che avevano abusato della loro posizione d dilapidato il danaro pubblico e si erano distinti per la loro malafede e crudeltà... la stampa, che ora è perlopiù degenerata a portavoce ufficiale, dovrà trasformarsi in una tribuna di tutte le forze politiche positive: cambiamo i comitati di redazione oppure fondiamo altri giornali ... consideriamo la federazione come il mezzo per risolvere i problemi delle nazionalità... teniamo duro, fermamente e gentilmente, ed evitiamo le provocazioni ... sosterremo il governo – se necessario colle armi in mano – per tutto il tempo che farà la politica per la quale lo abbiamo eletto... come nel 1945, la primavera ci ha portato di nuovo quest'anno una grande occasione... la primavera sta per finire per non tornare mai più: in inverno sapremo il seguito... le firme che seguono non costituiscono la lista completa di quelli che aderiscono, ma un semplice campione preso in vari strati della popolazione, secondo le nostre possibilità di raggiungere gli uni o gli altri."

Praga 1968. Arrivano i carri armati
Il tempo dell'elettricista di Danzica

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