GIO' Polis. Il rinnovamento della politica e lo stato della convivenza civile in Italia
Siamo alla tappa finale, all'ultima festa organizzata da questo movimento giovanile guidato da Simone Guerrini. L'avventura dei giovani era cominciata nel 1988, alla scoperta dell'Europa, era proseguita nel 1989 alla scoperta dell'ambiente e nel 1990 alla scoperta dell'Est europeo; quest'anno, nel 1991, i giovani democristiani scoprono... la politica.
Può sembrare una provocazione, che un movimento politico decida si scoprire che cosa è la politica, e soprattutto lo faccia durante una festa, ma così non è.
"Gio' Polis", al villaggio Valtur di Bruco li, in provincia di Siracusa, per 5 giorni dal 7 al 13 ottobre scopre il rinnovamento della politica e il significato della convivenza civile in Italia. È l'ennesima sfida dei giovani democristiani. I giovani del maggior partito di governo, si interrogano sulle storture prodotte dal sistema politico e sui processi di disgregazione nazionale che le leghe stanno rappresentando in Italia. "Capire per farci capire", è il messaggio che guida la festa. L'obiettivo infatti è analizzare con profondità i problemi e capire come uscire dalle difficoltà. Capire come si sta evolvendo la società italiana, capire che ruolo stanno svolgendo oggi i partiti, capire che significato hanno oggi le istituzioni e se bisogna cambiarle.
Capire tutto questo, significa scoprire la politica in un momento in cui le risposte da dare alla comunità sono nuove e più articolate rispetta a qualche anno fa.
Quale occasione migliore, allora, per festeggiare la presa di coscienza del movimento giovanile che, ancora prima del partito stesso, ha capito che la frattura sempre più evidente tra società civile e partiti politici è frutto di una progressiva perdita di contatto con la realtà di tutte le forze politiche. In particolare i giovani democristiani segnalano al partito la necessità di controllare la trasparenza della sua classe dirigente e la coerenza delle sue iniziative politiche.
Durante la festa di Brucoli, la sfascio dei partiti non è così evidente come lo sarà un anno dopo, ma già i giovani democristiani dibattono del cambiamento del sistema partitocratico e del sistema istituzionale. Si chiedono se i partiti sono ormai incapaci di dare risposte convincenti e quindi vadano sostituiti, oppure se è ancora possibile correggere le degenerazioni di cui essi sono stati capaci, per riconvertirli ad utili strumenti della democrazia rappresentativa. Questo dibattito oggi è di estrema attualità, soprattutto sulla spinta innovatrice dei referendum, che non devono riformare la democrazia a colpi di plebiscito, ma servire solo da stimolo alle forze politiche per correggere il divario (netto) tra sistema politico e volontà popolare.
Tutti i temi dibattuti al "Gio' Polis", dopo appena un anno, sono diventati purtroppo temi di cronaca; cronaca nera in alcuni casi. La preoccupazione dei giovani che esista un legame tra parti del sistema economico e parti del sistema politico, e tra questo e la criminalità organizzata, è stata dibattuta a lungo con Giovanni Falcone. Il potere delle lobbies, della massoneria e dei centri occulti di potere è stato affrontato con esperti come la senatrice Tina Anselmi, presidente della commissione P2.
I fatti di quest'anno hanno purtroppo dimostrato che i giovani avevano visto nella direzione giusta, e confermato che non c'è più tempo.
La drammatica morte di Giovanni Falcone, a cui i giovani democristiani rivolgono l'ennesimo, commosso saluto; le nuove inquietanti indagini della procura di Palmi sulle logge massoniche; l'ecatombe di Tangentopoli; l'incalzare dei referendum. Sono campanelli di allarme, che impongono a tutti di fare presto: è già passato un anno e la sfida dei giovani di Gio' Polis ancora non è stata raccolta.
Capire, per farsi capire, rinnovarsi per rinnovare.

















