John Kennedy

Ricordare la nuova frontiera

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Fu il leader di una generazione di giovani e di politici. Ancora adesso, la sua scommessa sul futuro dell'America e dell'Occidente fa di John Kennedy, il simbolo di un sogno e di una grande occasione perduta.

John Fitzerald Kennedy nacque il 29 giugno del 1917 nel quartiere Brookline alla periferia di Boston. Suo padre, Joe era dotato di cinismo e di eccezionale acume che lo condussero ad incredibile intraprendenza nel campo degli affari. A ventiquattro anni era stato il presidente di banca più giovane d'America, e la sua spregiudicatezza gli permise non solo di passare indenne attraverso la grande crisi del '29 ma addirittura di arricchire maggiormente.

Dotato di ambizioni politiche, ebbe modo di sfruttare le persone influenti del suo tempo. Si legò anche a Franklin Delano Roosevelt, il quale ancora non era molto conosciuto. Tra i due nacque un solido legame e quando Roosevelt divenne presidente degli Stati Uniti, Joe Kennedy si vedrà gratificato dall'incarico di ambasciatore in Gran Bretagna.

Il giovane John Kennedy intanto viveva un'infanzia perfettamente normale, così come la sua adolescenza fu davvero comune a quella dei suoi coetanei. Anzi si distinse per risultati scolastici mediocri e per una salute decisamente malferma.

Grazie al prestigio paterno, per John Kennedy si presentò l'opportunità di effettuare numerosi viaggi in Europa e di conoscere molte personalità dell'epoca. L'esperienza si rivelò preziosa e formativa.

Conclusa la Seconda guerra mondiale, dalla quale riportò il ricordo di aver compiuto un'azione eroica, si dedicò al giornalismo. Insoddisfatto dell'attività ben presto l'abbandonò per impegnarsi direttamente in politica.

Quindi a 29 anni si getta a capofitto nelle elezioni legislative del 1946.

In questa occasione il denaro paterno, si rivelerà per lui non solo utile ma decisivo. Nel suo primo mandato il giovane congressista non si distinguerà molto per originalità politica, piuttosto per un eccessivo assenteismo e per assidue frequentazioni mondane.

Poco dopo iniziò in lui un rapido processo di maturazione che lo portò ad una marcata azione politica in campo sociale, vicino ai problemi dei più indifesi ed emarginati. Questo gli frutta la rielezione altre due volte, nel 1948 e nel 1950.

Definito come "politicante irregolare" all'interno del partito democratico, a soli 34 anni diventa il senatore più giovane degli States. È il 1952. Un'attività febbrile, di discorsi e di conferenze in tutto il paese lo accrediterà presso il popolo americano, che apprezza le sue posizioni molto avanzate in politica estera, anche in aperta polemica con la Casa Bianca. Come nel 1956, quando avvisando nella politica francese l'ultimo sussulto di colonialismo si leva a gran voce affinché all'Algeria venga riconosciuta la legittimità delle sue aspirazioni nazionalistiche.

Nel 1960 scende in lista per la Casa Bianca. Per il suo attivismo, per la personalità spiccata di politico, certamente calcolatore ma non ipocrita, avvince

gli americani con l'infinita forza della sua "Nuova Frontiera" e viene eletto Presidente degli Stati Uniti.

Al governo si circonda di persone fedeli ma soprattutto competenti, si preoccupa del progresso scientifico e di diffondere la cultura in tutte le classi sociali. A questo scopo appronta dei piani contro la miseria. Soprattutto, Kennedy fu il primo politico veramente persuaso che nessuna forma di segregazione fosse moralmente accettabile. Per questo si impegna in prima persona per i diritti civili della gente di colore, riuscendo a farsi amare dalle giovani generazioni e risvegliando in esse il senso della giustizia e degli ideali di pace e fratellanza.

In questo senso la sua personalità non rappresenta una "fascinazione" psicologica sulle masse, ma la sincera espressione di tensione ideale e di promessa collettiva di un avvenire migliore.

Alla fine del 1963 alla riapertura della grande gara elettorale, Kennedy gira per tutta l'America.

Tutti lo amano e molti lo temono e lo odiano. Sarà proprio quel Sud che palesemente lo detestava per aver abbassato la guardia con i negri, ad ospitare la rappresentazione del suo assassinio.

Il 22 novembre a Dallas John Kennedy, amichevolmente detto "Jack", pagherà con la vita la colpa di rappresentare l'onestà ed il simbolo di rinnovamento per milioni di americani.

«Ci troviamo oggi ai margini di una nuova frontiera, una frontiera degli anni Sessanta, una frontiera di ignote opportunità e pericoli, una frontiera di irrealizzate speranze e minacce.

La nuova frontiera cui mi riferisco non è costituita da una serie di promesse, ma da una serie di impegni.

Non esprime ciò che voglio offrire agli americani, bensì ciò che io esigo da loro... Oltre questa frontiera ci sono le zone inesplorate della scienza e dello spazio, gli insoluti problemi della pace e della guerra, le inconquistate sacche dell'ignoranza e del pregiudizio, le irrisolte questioni delle miserie e dell'abbondanza.

Sarebbe facile indietreggiare accontentandosi della sicura mediocrità del passato... Ma credo che il nostro tempo esiga inventiva, rinnovamento e decisione. Io chiedo a ciascuno di voi di essere uno dei pionieri di questa Nuova Frontiera ... »

John F. Kennedy, 1960

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