Mentre cominciano a spiovere dallo schermo le sue contrastate opulenze e l'audio veicola un boato liberatorio, mi affaccio dalla finestra e osservo il deserto.
Non sciamano come al solito nella fresca sera romana verso le tribune aperte dello svago; non corrono, né schiamazzano presso i boulevard dell'apparenza. Stanno tutti indoor, nel dì epifanico di Madonna, della sua presentazione al Tempio. Mi volto e corro con lo sguardo lungo l'asse dei miei gusti musicali; sul piano svetta un titolo e uno slogan: Terzo movimento della Patetica e allora prima che il Quarto si compia cerco di sfuggire alle rigorose tenaglie del banale con la spe anza che mi riesca, ovvio.
Di Maria Luisa Veronica Ciccone, non nobile, che mi risulti, nota al mondo tutto come Madonna, ne hanno dette t!nte, ma proprio tante. Mito o non mito, e se mito che mito?
È brava? Canta bene? O è solo una perfetta costruzione pubblicitaria? O è un reale oggetto di culto, che il suo nome né fà testo, crocevia di ipnosi collettiva, luogo di incontro dell'offerta dei «media» e della domanda generazionale? Stanno tutti indor, si capisce, a cercare le proprie parziali risposte; il fan, la mamma e il papà, lo scettico il denigratore e il sociologo, ognun per sé e Madonna per tutti.
Ritornano gli occhi allo schermo, ai colori del «musical» in effetti ben temperato, al suo languore corazzato e perversione al cuore di panna, e si che si ha l'impressione di perdere tempo... ma non è così.
Sicuramente perde tempo chi indaga sulla qualità dei suoi vocalizzi per poi concludere tronfiamente che non è tutto stò granché.
In diecimila tra osservatori e calibrati specialisti, hanno stabilito che·Joan Baez era un'altra cosa, altri i climi e le generazioni, grazie tante, via via rassicurando. Più che l'evento canoro vero e proprio sulla cui cronaca giungerei ultimo e naturalmente beato é stata la folla giudicante a interessarmi e non poco; ne va di mezzo l'effettivo tempo di spettacolo, e sono altroché due ore. Mettiamo nel conto gli articoli propiziatori-preparatori, foto della star in• tutte le pos.e e le grandezze, intluse quelle degli anni della primissima pubertà e a seguire convegni sulle ragioni dell'evento, analisi rotolanti sulla psicologia delle masse giovanili in stasi e in movimento, lunghissime dichiarazioni stupefatte dalla ridondanza che provoca il caso che non è assolutamente il caso, dai ragazzi non scherziamo che ci sono cose più serie. Eh, alla fine dei giochi, quand'anche l'ultimo studioso dei noti processi, dotto in sartoria e istruttore ginnico e perché no me medesimo avranno portato se stessi sui diversi pulpiti allora si che, come si dice, chiude la baracca e i burattini stramazzano dietro le tende.









