Un pane per la liberà
Sono passati esattamente quindici anni da quel tragico golpe del settembre del 1973 che riportò il paese latinoamericano con le più antiche tradizioni democratiche, sotto qµella dittatura militare che pose fine alle speranze democratiche alimentate, sia pure con molti errori, dal governo di Salvador Allende.
Dopo un quindicennio di dittatura, il Cile inizia a vedere uno spiraglio di luce: il generale Pinochet ha indetto un referendum sulla sua persona. Il dittatore – il penultimo rimasto in America Latina – crede di poter vincere e sfida l'opinione pubblica interna ed internazionale: se vince resta per altri 6 anni, se perde ha dodici mesi di tempo per andarsene. Ma c'è un ostacolo, banale per un popolo ricco, insormontabile per un altro stremato dalla crisi economica: votare in Cile è un diritto ma non un dovere. Per poter esercitare questo diritto, bisogna iscriversi alle liste elettorali; i documenti costano 5 dollari, il prezzo del pane per una famiglia numerosa, un prezzo troppo elevato nelle poblaciones di Santiago e per i giovani nati dopo il '73 e disabituati al valore della democrazia.
Il movimento giovanile della Dc lancia allora una campagna di sottoscrizione per poter aiutare i cileni poveri ad acquistare i certificati elettorali. Nascono spontaneamente in tutta Italia iniziative, feste e sottoscrizioni. Verranno alla fine raccolti oltre 150 milioni che consentiranno di aiutare circa 70.000 cileni a mandare a casa l'odiato generale.
Il 1° marzo, la campagna nazionale si chiude a Firenze con un eccezionale concerto al Teatro Tenda trasmesso in diretta televisiva su Raiuno. Davanti ad un teatro gremito ed a numerose personalità della politica, della cultura e dell'arte si esibiscono gratuitamente i protagonisti della musica leggera italiana e del recente festival di Sanremo.
I fondi raccolti saranno poi portati in Cile dal delegato nazionale del movimento giovanile Simone Guerrini e dal responsabile dell'ufficio esteri Lapo Pistelli.

















