Riprende il cammino di Nuova Politica. Ad un anno di distanza
Eccoci qui. Finalmente, dopo alcuni mesi in cui Nuova Politica non ha potuto uscire, per non indifferenti problemi economici, la nostra "gloriosa testata" ha ripreso vigore e, con una nuova redazione, piu snella nel numero dei suoi componenti, si presenta all'attenzione delle migliaia di giovani e meno giovani, che costituiscono i suoi abbonati.
Certo, le questioni economiche che riguardano l'autofinanziamento della nostra rivista, ci impongono ulteriori sforzi, che chiamano in causa tutti gli amici, delegati e non, iscritti e non, per contribuire, con il loro sostegno, alla vita di Nuova Politica. In questo arco di tempo, abbiamo cercato di rilanciare quello che in questi anni, da Maiori in poi, è stato il principale strumento di dialogo e di confronto tra il centro nazionale e tutti gli amici che si impegnano in periferia. E proprio perché vogliamo mantenere e potenziare questo filo diretto, tra le diverse esperienze dei nostri iscritti, questo numero avrà una tiratura di gran lunga superiore alle copie stampate in precedenza. Per questo, altri amici avranno la possibilità di usufruire di un utile strumento di formazione e di informazione, per il proprio lavoro e per la propria preparazione politica.
Questo giornale vuole essere infatti un "contenitore" di dibattito, confronto ed informazione per le strategie di rinnovamento, sviluppo, progresso, oltre che di gestione economica, amministrativa e politica del territorio negli anni '90. Così come vuole essere sempre più il portavoce degli uomini e dei giovani con responsabilità amministrative in regioni, province, enti ed istituzioni, oltre che un punto di riferimento per amici, simpatizzanti, lavoratori, amministratori e dare l'identità e l'immagine della Democrazia cristiana. Per questo Nuova Politica deve essere veramente sentito come un qualcosa di nostro, che appartiene a tutti noi e che ci può consentire di esporre le nostre idee anche a tutti quei giovani che non valutano l' importanza e il valore di un impegno politico, che la nostra società richiede sempre più alle nuove generazioni, riponendo in loro, grande fiducia ed aspettative, soprattutto alla luce dei grandi cambiamenti avvenuti a livello mondiale pieno di incredibili sconvolgimenti del quadro internazionale. Come dimenticare la strage degli studenti che chiedevano libertà e democrazia sulla piazza Tienamen di Pechino; la rivolta in Romania, con la cacciata e il processo al dittatore Ceaucescu; il crollo del muro di Berlino, segno tangibile della divisione tra popoli liberi e popoli oppressi da violente dittature. I regimi totalitari dell'Est europeo, Russia compresa, conoscono ora le prime forme di dibattito e di libertà di associazione.
Nascono nuovi partiti che si contrappongono al non più unico ed onnipotente Partito comunista. I risultati delle prime elezioni libere, a parte la Bulgaria e la difficile situazione rumena, dimostrano chiaramente che in tutti questi paesi, provati terribilmente da feroci dittature, che li hanno miseramente impoveriti, la speranza per il futuro ha i colori e il volto dei partiti democratico cristiani.
Sulle ultime elezioni
Con questo scenario alle spalle e con all'interno un partito comunista in piena revisione di se stesso, anche il nostro paese si è da poco recato alle urne, il 6, 7 maggio per le elezioni amministrative e il 3, 4 giugno per i referendum sulla caccia e sul!' uso dei pesticidi in agricoltura. Entrambe le consultazioni, la seconda delle quali, annullata per la mancanza del raggiungimento della soglia del 50% degli eventi diritto al voto, hanno reso così evidente il distacco tra la società civile e il sistema politico in generale, da divenire un grave monito dai partiti e ad un certo modo di fare politica, troppo distaccato ai reali problemi della gente, occupato nelle questioni di gestione del "potere" all'interno dei palazzi. Milioni di italiani infatti, hanno preferito non votare o votare scheda bianca o nulla, oppure formalizzare la loro protesta aderendo alle liste civiche o alle leghe al nord, anch'esse nate da un malumore diffuso che sarebbe assai grave oltre che sciocco sottovalutare. Per questo, in uno stato di disagio in cui si dibatte il nostro paese, causa la crescente delinquenza comune, il tragico fenomeno della droga, l'incapacità di regolare e di sistemare le crescenti ondate di immigrati provenienti dai paesi del terzo mondo e dai paesi dell' est, la criminalità organizzata che si fa beffe dello stato, nella necessità di cambiare le regole e di riformare le istituzioni, come democristiani e soprattutto come giovani dc, abbiamo il dovere di dimostrare che la carica vitale, lo spirito di solidarietà che animava il nostro partito ai suoi inizi, non sono stati intaccati, ma conservano intatta la loro forza trainante.
Libertà, democrazia, pluralismo, solidarismo, popolarismo, per noi non sono slogans, ma realtà, concretizzatesi, anche se non perfettamente, in tutti questi anni in cui il paese ha dato fiducia alla Dc. Certo, c'è ancora molto da fare, ma per questo, per meglio rispondere alle esigenze ed ai problemi della gente, a partire dai più deboli, come giovani siamo scesi in campo, più di tremila, proponendoci come guida degli enti locali, in tutta Italia dimostrare che il nostro è ancora un partito giovane, che ha ancora tanto da offrire e al nostro paese, per renderlo sempre più un esempio di buon governo e di vera, leale democrazia.






