Movimento femminile

Due movimenti alcuni obiettivi comuni

Nuova Politica - Due movimenti alcuni obiettivi comuni pagina 6
Dalla nuova delegata nazionale del Movimento Femminile riceviamo questo saluto che pubblichiamo volentieri a riprova di un rapporto consolidato e pieno di prospettive future, tra i nostri due movimenti.

Vi ringrazio per l'ospitalità che mi avete offerto sul vostro giornale, ospitalità che interpreto come un segno di collaborazione per il futuro e che è anche il frutto di una esperienza passata.

Iniziamo come movimento quasi in contemporanea una nuova delegazione: abbiamo alle spalle una storia ricca di significati e di presenza politica e davanti uno scenario ricco di possibilità e di difficoltà. Il mio saluto cordiale a tutti i giovani democristiani non può quindi essere formale, ma vuole individuare subito le spinte comuni che possiamo percorrere.

Essere movimenti dc

Tante esperienze ci uniscono: essere «movimento» in una struttura organizzata significa riscoprire l'impegno di un collegamento con le espressioni sociali che emergono nel mondo giovanile come in quello femminile per leggere in esse i cambiamenti e per trasformarli in proposte politiche. È una responsabilità non facile in una società di cui avvertiamo la velocità del mutamento, ma non con altrettanta precisione la direzione dello stesso.

Essere movimento è riscoprire per tutto il partito quello spazio di autonomia che non va letto come separatezza o come momento di fittizia concordia, ma come spazio libero di crescita, di formazione, di proposte concrete per la soluzione delle nostre questioni, quella femminile e quella giovanile, che non possono appiattirsi su ipotesi correntizie, ma devono far ritrovare l'unità del partito. Essere movimento è il simbolo di una questione irrisolta, nel partito e nel paese: è quindi anche un problema di «rappresentanza» intesa non già come rivendicazione di quote quanto piuttosto di sostanza della democrazia che non può essere tale se non ha in sé la voce e l'apporto del mondo giovanile e femminile.

Questa riconciliazione tra politica e cittadini, tra istituzioni e cittadini ha secondo me un punto forte nei giovani e nelle donne.

Nei giovani perché il distacco dei partiti quasi contrapposto all'impegno nel sociale e nell'associazionismo deve trovare proprio attraverso la via della politica una saldatura, nelle donne perché la cultura del quotidiano e della vita invadano le istituzioni e trasformino il modo di fare politica. E perché queste non siano parole abbiamo un primo appuntamento concreto. Le prossime elezioni amministrative, che sono determinati per la vita del governo, potranno essere il primo concreto banco di prova di questa nostra capacità di interpretare i bisogni, di trasformarli in proposta politica riempiendo le istituzioni locali della nostra speranza e della freschezza di chi, non avendo posizioni di potere da difendere, ha la capacità di proporre con fantasia alcune soluzioni nuove per i nostri comuni. Nella certezza che non vi può essere preparazione politica senza l'impatto duro, ma formativo, con la soluzione dei problemi reali in cui si misura la capacità di amministrare ma anche la capacità di immettere in essa i principi del nostro far politica da cristiani.

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Il tema della presenza femminile nel nostro partito. Una lettera che per la sua chiarezza non ha bisogno di commenti ma di fatti.