Intervista

«...ci facciamo voce di questo popolo»

Intervista a S.E. Arturo Rivera Y Damas
Nuova Politica - «...ci facciamo voce di questo popolo» pagina 16
Nuova Politica - «...ci facciamo voce di questo popolo»
Intervista con S. E. Arturo Rivera Y Damas personaggio-chiave nelle trattative per la liberazione di Ines Guadalupe. L'unica soluzione del conflitto interno e il dialogo tra le opposizioni. La Chiesa chiede l'approfondimento delle riforme strutturali. L'influenza-dell'incontro di Ginevra . .

Mi trovo con S. E. Rivera Y Damas, Vescovo di San Salvatore e successore di Mons. Romero; l'alto prelato che si trova a Roma per partecipare ai lavori del Sinodo, con grande interesse verso la gioventù ha accettato questa intervista per «Nuova Politica».

 

Dopo il successo del vertice Gorbaciov Reagan, credo si siano aperte nuove speranze anche per i paesi del Centro e Sud America. Lo crede anche lei e con quali prospettive?

Si credo anch'io che questo incontro sia per noi motivo di speranza poiché ci fa vedere una dimensione della nostra problematica che, come molte volte abbiamo detto non è solo domestica, ma ha anche una dimensione regionale ed una geopolitica. Per questo anche il dialogo deve avvenire a tre livelli, a quello nazionale, a quello regionale ed una istanza può essere Contadora, e l'altro appunto quello del vertice di Ginevra. Noi consideriamo che nei colloqui di Ginevra ci sia stato un punto relativo al Centro-America, e diciamo che questo può essere decisivo per noi, poiché sappiamo che il nostro sinistro problema ci è sfuggito di mano e che quindi è necessario che decidano coloro che hanno influenza nell'area. Questo è quello che crede la maggioranza della mia gente, ed ecco allora che noi ci facciamo voce di questo popolo. Ecco perché siamo ottimisti per questo incontro, crediamo che è in via di soluzione anche la nostra complessa problematica.

 

Il suo paese, El Salvador, sta vivendo un momento particolarmente duro, cosa si aspetta dalla Chiesa il Suo popolo?

La Chiesa è stata sempre presente nella vita dei popoli latino americani. Dall'inizio dell'evangelizzazione, fino alle lotte per l'indipendenza, tant'è che molti eroi, che noi chiamiamo procedi, sono sacerdoti. Anche in questi ultimi anni, ha svolto un ruolo di prim'ordine cosicché, ora, ci si aspetta molto dalla Chiesa. Specie nel campo degli aiuti umanitari, nel campo dell'umanizzazione, nell'aiuto per la soluzione del conflitto attraverso il dialogo. Anche nella terza area direi, nel rimuovere le cause profonde che hanno dato origine a questo conflitto, nel campo cioé, della conversione e riconciliazione personale, poiché noi crediamo che il male proviene dal peccato e che è quindi necessario rimuoverlo animando una giustizia e pace sociale, fondata sulla giustizia nella verità, nella libertà, nell'amore. Per questo noi siamo presenti nell'educazione, nella promozione umana, chiediamo al governo l'approfondimento delle riforme strutturali, che l'aiuto estero sia impiegato nello sviluppo del paese e non negli armamenti, e siamo anche esigenti nel nostro diritto all'autodeterminazione e alla non ingerenza delle altre potenze.

 

Lei ha svolto un ruolo molto importante nella vicenda della liberazione della figlia del Presidente Duarte e dei 22 sindaci, può raccontarci qualcosa di questa Sua esperienza?

Fin dall'inizio del sequestro di Ines Guadalupe sono stato chiamato per un intervento. Molte volte ho assistito a riunjoni per trattare e vedere cosa era possibile fare. All'inizio è stato molto difficile poiché era sartata qualsiasi mediazione. C'era cioé un intendimento diretto via radio tra la guerriglia ed il presidente Duarte. Ma un dialogo così era difficile, le frasi erano laconiche, delle volte ambigue e non c'era maniera di chiarirle. I rapitori erano molto esigenti.

Un cambio qualitativo è avvenuto quando è stata resa possibile una mediazione. Il primo a prendere contattoè stato l'ex ministro tedesco Wischnievsky, che in occasione di un viaggio in America latina haincontrato molte personalità, tra cui il Presidente Duarte, dopo di lui il rettore della Università centro americana Ellacuria, ed io. Abbiamo preso contatto con il capo supremo del FMLN negli accampamenti di Chalatenango, poi con altri capi comandanti nella zona bassa di Guazapa, dove abbiamo già definito i quattro punti nei quali si concentrava l'accordo per la liberazione di Ines Gu dalupe, ma non quello dei sindaci. Per questo è stato necessario un altro incontro, che questa volta si è svolto a Panama, sotto il patrocinio del generale Noriega, qui sono intervenuti due del FMLN, due delgoverno salvadoregno, e due mediatori Ellacuria ed io. Lì si è arrivati alla soluzione che poi si è messa in esecuzione il 24 ottobre.

 

Pensa che questa soluzione avrà delle conseguenze per il governo del presidente Duarte e se le avrà di quale tipo?

Io credo che in questo momen.,to si fanno sentire quelle conseguenze. Si considera che il Presidente sia stato debole, e di questo ne approfittano le opposizioni sia di sinistra.che di destra. Ci sono degli scioperi e credo che qualcosa ci sia anche tra i militari, ma nella coscienza del popolo Duarte continua ad essere stimato e certamente credo che un po' alla volta si riavrà.

 

I giovani d.c. italiani stanno studiano diverse iniziative a favore della gioventù salvadoregna, tanto che prossimamente il delegato nazionale Lusetti si recherà nel suo paese. Credo che siano utili questi scambi ed ha qualche consiglioda dare?

Che siano utili, senz'altro; di dare.un consiglio così chiaro preferisco di no. Voi parlando con loro potrete scoprire le loro necessità ed allora decidere il merito.

Ancora per il Sud interventi straordinari
Roberto Di Giovan Paolo
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