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Giornale di bordo n. 3
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Intervista a Carlo Rubbia

Energia nucleare: un argomento da bar!

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Nuova Politica - Energia nucleare: un argomento da bar!
Cosa ci fanno tre giovani cronisti ed un Premio Nobel per la fisica in un bar di Livorno? Ma è chiaro discutono dei destini dell'uomo: l'energia nucleare, una società di progresso e di sviluppo.

Due caffè, un crodino e una coca cola. Siamo in un bar di Livorno, non in compagnia di belle ragazze ma "semplicemente'' con il premio Nobel per la Fisica: prof. Carlo Rubbia. Il clima potrebbe essere quello di una amichevole chiacchierata fra amici che si sono ritrovati e tentano di discutere di un problema di grande attualità: il nucleare.

Questa è l'intervista che, con molta cortesia e semplicità il prof. Rubbia ha rilasciato a tre giovani cronisti, che l'hanno fortunosamente bloccato mentre scendeva dall'auto.

 

Su Repubblica di questa mattina il fisico Gianni Mattioli ha affermato che ''l'atomo non serve'' e indica come possibili e attuabili alternative l'energia idroelettrica, geotermica e solare. Qual è la sua opinione in merito?

Mattioli ha ragione e torto nello stesso tempo. Anche se non si fosse scoperta l'energia nucleare, l'uomo sarebbe riuscito a vivere. Ha torto però quando afferma che le uniche strade da seguire sono quelle dell'energia idroelettrica, geotermica e solare. La prima, infatti, ha una curva di efficienza del 90% per cui è sfruttata in modo ottimale. Cunico sistema per avere più energia sarebbe quello di costruire nuovi impianti, trovare nuovi laghi, ma si finirebbe poi per rovinare l'ambiente che ci circonda, subendone le conseguenze. Poi non bisogna dimenticare le difficoltà ed i costi di trasporto di questa energia: (non avrebbe senso costruire una diga sulle Alpi per poi trasportare l'energia fino in Sicilia). Per quello che riguarda invece l'energia geotermica si può sicuramente affermare che in Italia abbiamo zone molto calde: ad esempio, in Toscana, a Napoli, nelle isole. Possiamo raggiungere i 350° scavando per "soli mille metri sotto la superficie terrestre'' ma se teoricamente questa temperatura potesse essere sfruttata, in pratica ci sono grossi problemi di ordine economico e tecnico. Prima di tutto le rocce si scaldano in moltissimo tempo avendo una conduttività termica molto bassa, per cui il calore difficilmente riesce a raggiungere la superficie. Così, o si hanno rare o fortunose combinazioni superficiali con l'acqua, e allora si riesce a sfruttare subito il vapore, oppure, come in diversi progetti sviluppati in Inghilterra, Giappone, Stati Uniti si inietta l'acqua in profondità e la si fa risalire in forma di vapore. Ma questo comporta grandi spese e una volta raffreddatasi la roccia, tutto finisce. Se poi si pesca l'acqua calda c'è bisogno di un tubo per fare il teleriscaldamento. L'energia geotermica e quella solare non sono quindi difendibili soprattutto dal punto di vista economico.

 

Ma che ruolo ha, allora, in questo contesto, l'energia nucleare?

Il problema energetico è un problema di scelte. Ad esempio attualmente dai normali pozzi si riesce ad estrarre solo la metà del petrolio disponibile. Una volta che il pezzo è esaurito, con appropriate tecniche (molto costose) si potrebbe ottenere una quantità di petrolio pari a quella estratta in precedenza. Il mondo poi è ricchissimo di altre fonti di energia; se si considera che stiamo consumando meno di 10 anni fa e che l'energia elettrica è solo il 10% del consumo generale, possiamo sicuramente dire che non è vero che l'energia ci sta scappando di mano.

Il problema rimane sempre quello economico. Appena il prezzo del petrolio si alza come nella crisi del '73si cercano altre energie e per trovare altre fonti bisogna fare degli investimenti.

 

Ma secondo l'ENEA ci vorranno 40 anni prima di realizzare quella che sembra essere la forma di energia migliore, cioè la fusione nucleare.

Queste previsioni di anni non hanno senso. Il tempo dipende solo dalle forze che si impiegano nella ricerca e nella realizzazione. Se si rimane ai livelli attuali non ci vorranno 40 ma 60 anni. Se si raddoppiano gli investimenti ce ne vorranno probabilmente solo 20. Se i finanziamenti verranno poi dimezzati ci vorranno 120 anni prima di ottenere energia dalla fusione controllata dell'atomo.

 

Nel frattempo però c'è energia sufficiente?

Abbiamo sicuramente abbastanza tempo e disponibilità energetica per progettare comodamente le nuove forme di energia. Per questo non capisco l'isteria che colpisce tutti, compresi quelli che hanno investito 10.000 miliardi un po' troppo alla leggera.

 

In che senso?

Bisogna essere cauti nel pianificare progetti organici. Ma, soprattutto a questo punto bisogna che cerchiamo di applicare e usare ciò che si è investito. L'Italia non può sprecare i soldi spesi.

 

Ma noi giovani possiamo fare?

Potete fare molto soprattutto per quel che riguarda l'informazione. Non giustifico la paura e la psicosi generalizzata che non permettono di giudicare e decidere serenamente.

 

La politica ha bisogno della scienza? 

La scienza non si può certamente trascurare; la politica oggi più che mai deve essere attenta ai pareri degli scienziati. Ma soprattutto la scienza ha bisogno dei giovani (come d'altronde la politica). Non a caso mi trovo meglio coi giovani che con le "cariatidi" della politica.

Contro la congiura del silenzio
Giovanni Grasso Cascino

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Editoriale
Per il direttore di NUOVA POLITICA, la questione del nucleare è stata affrontata in questi giorni dal mondo politico e giornalistico in maniera superficiale ed impolitica. Lasciare le scelte tecniche ai competenti senza rinunciare a scegliere quale modello di sviluppo vogliamo per quale società del domani, può essere la via maestra di un recupero del primato della politica.
Rubbia
Gli piace stare con la gente, risponde cordialmente a tutti e definisce il suo lavoro il maggior divertimento della sua vita.
Il problema della sicurezza nucleare non può essere limitato ai territori nazionali. La lezione di Chernobyl e le forti preoccupazioni per il futuro.