Mario Casella, L'Azione Cattolica alla Caduta del Fascismo. Attività e progetti per il dopoguerra (1942-1945), prof di F. Fonzi, pp. 528, L. 40.000
Nell'ultimo ventennio è scoppiato un vero boom storiografico sul movimento cattolico, teso a spiegare un fatto sorprendente: i cattolici, quasi del tutto assenti dall'impegno politico fino al 1919, sono diventati forza egemone dopo il 1945, passando di colpo dall'opposizione al governo.
La ricca letteratura oscilla tra due poli opposti: alcuni riducono l'Azione cattolica a forza di potere e la indagano solo come vivaio della classe dirigente democristiana, altri invece ne sottolineano l'esclusiva dimensione religiosa e negano ogni interferenza politica.
Il Casella, avvalendosi di una rigorosa metodologia e di una vastissima documentazione, tratta in prevalenza dagli archivi del movimento, dimostra che l'attività e i programmi di vertice e di base dell'associazionismo cattolico non si possono confondere con un progetto politico, ma nel contempo si devono inquadrare in un preciso contesto politico-sociale.
Attraverso l'esposizione pacata e fedele alle fonti emergono i problemi del periodo I942-1945: la successione al fascismo, l'Azione Cattolica e la Resistenza, la nascita del «Quotidiano» diretto da Igino Giordani, le Acli e i Sindacati, il collateralismo alla DC, la presidenza di Gilta Gremigni, la forte personalità di Gedda.
Unità intorno al papa, ma non uniformità né monolitismo; continuità di formazione religiosa, ma pluralismo di persone, gruppi, spiritualità: questo il bilancio finale di un volume utile non solo ai cultori della materia, ma anche ai militanti del movimento, che vogliono approfondire le proprie radici storiche.
Fra le molte informazioni contenute in questo serbatoio di dati e documenti, segnalo le statistiche concernenti il contributo dei cattolici organizzati al movimento di liberazione.
Complessivamente si sono avuti 1481 morti, fra cui 202 sacerdoti. L'eroismo è stato documentato dagli innumerevoli riconoscimenti: 112 medaglie d'oro, 384 d'argento, 358 di bronzo, 300 croci di guerra.
Ma più che la consistenza numerica, è importante la qualità della partecipazione. bi ribelli per amore, come sono qualificati i resistenti cattolici, si caratterizzavano non solo per la fede nel trascendente ma anche per il modo concreto di affrontare ta guerra partigiana, che evitava ogni forma di odio e cercava di non fornire appigli alle rappresaglie.


