L'Italia s'è ...rotta
Nel momento che «Nuova Politica» ospita un mio articolo sulla ormai famosa «Visentini» èopportuno che il lettore sappia che chi scrive è un giovane libero professionista e quindi alcune analisi o giudizi potrebbero risentire di una «forma mentis» venutasi a creare nel corso degli anni a seguito di una scelta di un tipo di lavoro oggetto, in maniera diretta, del provvedimento fiscale del Ministro.
RIDURRE L'EVASIONE
I cinque articoli del D.L. n. 853 del 19- 12-1984 fanno parte di una manovra lìscale che investe direttamente tutta la categoria dei lavoratori autonomi siano essi artigiani, commercianti, professionisti, impresari in genere, ecc.
Tale manovra si articola in più parti:
- un accorpamento delle aliquote I.V.A.;
- nuovi criteri per la determinazione del reddito;
- nuovi criteri per la determinazione dell'I.V.A. dovuta dalle sopra citate categorie.
Indiscutibilmente qualunque intervento legislativo tendente a ridurre l'ampia fascia di evasione esistente fra i lavoratori autonomi è degno di merito e va applicato in modo rigido.
Dò per scontata l'esistenza di un'ampia fascia di evasione fra i lavoratori autonomi in quanto credo che certe scandalose denunce di commercianti, artigiani professionisti, ecc., siano note a tutti e non sia questa la sede per dimostrare che quanto asserito corrisponda dal vero.
Ma allora, perché questa «Visentini» ha scatenato e sta scatenando gli uni contro gli altri?
Perché è così contestata?
E infine perché l'opposizione ha presentato migliaia di emendamenti?
A questi interrogativi cercherò di rispondere senza entrare nel merito della legge.
L'ITALIA S'È ...ROTTA
In un paese come l'Italia, pronto a dividersi su tutto, dal compenso per «Pronto Raffaella» alla liberazione del generale Reder, dalla partecipazione alle olimpiadi, alla settimana corta nelle scuole, non poteva non accadere un ulteriore marcata frattura fra chi approva e chi disapprova il decreto «Visentini».
Anche senza conoscere il decreto e senza capire le implicazioni che comporta, gli italiani si sono prontamente divisi in due: quelli contro Visentini ovvero le categorie economiche interessate dal provvedimento e quelli a favore, comprendenti, in genere, i lavoratori dipendenti, gli statali, ecc.; ambedue le «fazioni» hanno all'interno aderenti a tutti i partiti dell'arco costituzionale e non, due movimenti composti da due partiti orizzontali che attraversano tutte le formazioni politiche.
LO STATO CI RIMETTE
Come ho detto sopra, è consolidato che l'evasione sia presente nelle categorie di lavoratori autonomi, ma èanche consolidato che l'assenteismo sia una caratteristica dei lavoratori dipendenti.
Che dire infatti delle incredibili punte
di assenze nei Ministeri e negli uffici pubblici per il maltempo che ha colpito la penisola?
Edella scarsissima produttività di molti dipendenti?
Anche questa è evasione perché se da una parte lo Stato paga più di quanto dovrebbe, da quell'altra lo Stato pa a più di quando dovrebbe e quindi m entrambi i casi ci rimette, sia con gli evasori che con gli assenteisti.
PRIMA DI TUTTO TRANQUILLITA E PACE
Ritengo che chiunque al termine di una giornata di lavoro, nel ritornare alla propria casa desideri fondamentalmente una cosa: la tranquillità e la pace con se stesso.
Ebbene nel momento in cui certe norme entrano in vigore, a chiunque, anche a chi paga in materia ligia le imposte viene meno quella tranquillità e quella pace necessaria nella sfera di ognuno di noi.
La «Visentini» nella sua filosofia tende a ridurre il numero di contribuenti che utilizzano per la determinazione del proprio reddito il regime forfettario.
La legge italiana prevede infatti due regimi di tenuta delle scritture contabili, un primo metodo e denominato «ordinario» e comporta delle scritture contabili complesse che di fatto rendono difficoltosa l'evasione, un secondo metodo - per le imprese minori - è denominato «forfettario» e comporta delle scritture contabili s mplici che rendono più facile l'evasione.
Ebbene. con l'utilizzazione dell'ormai famoso sistema «induttivo» di determinazione del reddito per chi opterà per il regime forfettario, i sonni dei contribuenti non saranno più tranquilli.
I SONNI AGITATI
Visentini proprio per scoraggiare l'utilizzazione del forfettario ha previsto un «nuovo sistema induttivo» caratterizzato da una particolare procedura d'ufficioche,dopo aver richiesto a mezzo di raccomandata al contribuente dei chiarimenti da inviare per iscritto entro 45 gg., può determinare induttivamente l'ammontare dei ricavi e dei compensi sulla base di presunzioni desunte in relazione al tipo di attività anche solo da uno dei seguenti elementi:
- dimensioni ed ubicazione dei locali destinati all'esercizio;
- altri beni strumentali impiegati;
- numero, qualità e retribuzione degli addetti;
- acquisti di materie prime, sussidiarie, semilavorati e merci;
- consumi di energia, carburanti, lubrificanti e simili;
- assicurazioni stipulate;
- altri elementi che saranno indicati con successivo decreto ministeriale. Nella normativa preesistente l'accertamento induttivo era applicabile solo in presenza di una irregolare tenuta delle scritture contabili e/o dichiarazione dei redditi o comunque quando sia dimostrabile l'inattendibilità delle scritture anche a mezzo di « presunzioni semplici purché queste sianogravi, precise e concordanti».
Il nuovo accertamento è completamentesvincolato da quanto sopra e può essere utilizzato dagli Uffici anche in presenza di una contabilità ben tenuta e sulla base di un solo elemento senza che vi sia alcuna concordanza.
A questo punto due sono i fattori di empasse per il contribuente:
- l'accresciuta operatività del procedimento fa prevedere una grande utilizzazione del metodo da parte deiµi Uffici con ampio margine di discrezionalità;
- dato che le richieste e le risposte vengono fatte per iscritto, di norma non necessaria la discussione fra il funzionario e il contribuente.
Infine le sanzioni sono gravi e pesanti, vanno da ammende di svariati milioni alle manette agli evasori, peraltro già previste dalla attuale legislazione.
Oltre quanto sopra detto, a far diminuire la tranquillità dei contribuenti sta il fatto che il Ministero competente con apposito Decreto dovrà indicare altri elementi per l'accertamento induttivo.
Ma non e tutto qui.
Difatti molte parti del «pacchetto Visentini» sono poco chiare e lasciano spazio a più interpretazioni; ad esempio l'introduzione del repertorio dei clienti per i professionisti è molto vaga e anche per gli addetti ai lavori non chiarisce con esattezza come va tenuto e cosa va scritto, aumentando di fatto l'ampia area di dubbio sorta intorno alla norma.
Non solo, la validità triennale imposta dal decreto per il sistema contabile per cui il contribuente opta (forfettario o ordinario) fa sì che la scelta effettuata per il 1985 vincoli i due anni successivi, anche se nel corso del tempo le valutazioni economiche e previsioni effettuate in precedenza non risultano esatte.
Si è quindi in presenza di una palese limitazione di libertà. Allo stato attuale c'è molta confusione, gli stessi Uffici sono molto cauti, per non dire avari, di informazioni.
Siamo quindi in presenza di un decreto rigido ma vago e cosa c'è di peggio del dubbio e dell'insicurezza anche per chi, in buona fede, vuole pagare fino all'ultima lira di tasse?
E questa a mio avviso, una delle grandi iniquità del Decreto.
CHI CI RIMETTE?
Oltre a ciò con le migliaia di emendamenti presentati si rischia che, per la conversione in legge del Decreto, il Governo ponga la fiducia, lasciando la norma così come è, fumosa, dubbia, incerta, ambigua ed equivoca.
Ma l'opposizione ed i rappresentanti delle categorie fanno il loro mestiere e cercano di mettere in difficoltà il Governo anche sul terreno della manovra fiscale, il quale, pur di convertire il Decreto entro il 19 febbraio ben difficilmente modificherà il «pacchetto» rinviando a successive circolari Ministeriali la spiegazione delle perplessità che ne derivano.
A questo punto chi ci rimette?
Noi, (io compreso) contribuenti, lavoratori autonomi che vivremo nell'incertezza e nel terrore di un'errata interpretazione della norma, di un'induzione di troppo.





