I giovani nel ciclone dei megatrends
Un grosso rischio si è affacciato in quest'anno che avrebbe dovuto essere dedicato ai giovani: la possibilità che a parlare del «futuro prossimo venturo» siano sempre e comunque gli «altri»: gli adulti, i sociologi, i grandi giornalisti.
A questo rischio se ne è aggiunto un altro, spesso ricorrente nella storia quando si cerca di capire cosa riserverà il domani: il rischio che, temendo di non essere all'altezza del futuro, si cerchi l'unica ispirazione nel passato, nella dolce certezza delle figure retoriche conosciute, nell'oblio del già visto. Questi pericoli, della deresponsabilizzazione e dell'espropriazione del proprio futuro, sono davanti agli occhi dei giovani di oggi, e davanti agli occhi, naturalmente, delle associazioni e federazioni giovanili, non ultima il Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana.
La strada che abbiamo scelto, lo testimonia il tema della prima nostra festa nazionale, GIO' 1, è quella invece della sfida al futuro, del confronto con la società che cambia, dell'analisi rigorosa e realistica.
Siamo partiti, come testimonia il tema, da un libro che è stato «best-seller» negli Stati Uniti: «Megatrends le dieci nuove tendenze che trasformeranno la nostra vita», di John Naisbitt.
Non abbiamo scelto questo libro come traccia per una sorta di «mito-Usa» o perché reputiamo la società statunitense la migliore del mondo, ma solo perché in essa, è innegabile, sono più vivi i fermenti buoni e cattivi che la società del domani, che molti già definiscono post-industriale, o dell'«informazione diffusa», potrà proporre. Di fronte a possibili, sbalorditivi, cambiamenti della società, il MGDC ha scelto di non mettere la testa nella sabbia, ma di confrontarsi con essi, oggi che ancora siamo in una fase di transizione e che possiamo e dobbiamo agire in modo selettivo sul futuro.
Confrontarci anche con tendenze sgradevoli per il nostro modo di pensare lo sviluppo sociale, può e deve servire a far tornare criticità costruttiva nei giovani, voglia di riappropriarsi del proprio futuro, voglia di scegliere con passione, idealità, ma anche con mestiere, con saggezza, con capacità.
E dobbiamo farlo nello stile che da due anni circa stiamo mettendo nella ormai rituale iniziativa nazionale, con l'intenzione di utilizzare la festa dei Giovani dc come luogo di formazione politica seria, duratura negli effetti, che poco lascia all'effetto «presenza per la presenza».
In questo rinnovato stile sta anche un modo per cominciare a discendere nei «trends» del futuro. Un futuro del governo della città, della politica, che non ammetterà più una «politica delle feste» come quella tradizionale che i partiti italiani hanno tenuto negli anni scorsi, ina che richiederà un impegno di ripensamento, di rimeditazione, di riflessione concreta, in una parola di una prassi politica ser:,za sbavature, dilettantismi, pressapochismo.
Questa è la scelta di GIO' 1, sessioni chiare nei contenuti dell'analisi e della ricerca, relatori esperti, concreti, voglia di focalizzazione, di «output» a breve termine.
Dunque a Bergamo per il GIO' 1 per capire i «MEGATRENDS: ignorarli, subirli, dominarli?». Non abbiamo timore di dire che forse partiamo già con una risposta in tasca, ed è la scelta di essere, oggi, giovani democristiani.

