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Stato sociale, società civile

Sì, ma quale famiglia?

Nuova Politica - Sì, ma quale famiglia? pagina 53

La struttura della famiglia italiana, in epoca recente, ha subìto notevoli modificazioni. La vecchia famiglia di stampo patriarcale ha lasciato posto al piccolo nucleo in cui vige sostanziale parità tra i coniugi. Ma, al di là delle considerazioni sociologiche, vediamo la posizione giuridica della più antica formazione sociale.

La Costituzione italiana riconosce solo la famiglia "legittima", fondata sul matrimonio. La famiglia naturale o di fatto, fondata su rapporti di convivenza more uxorio, pur non essendo menzionata dalla Costituzione, è tutelata dalla legge, specialmente per quanto riguarda la posizione giuridica dei figli nati fuori del matrimonio.

La situazione odierna è regolata dalla riforma del diritto di famiglia, ovvero dalla legge 19 maggio 1975, numero 151. Le novità essenziali introdotte dalla riforma riguardano:

  1. l'età del matrimonio, stabilita a 18 anni, o a 16 per gravi motivi;
  2. l'eguaglianza in diritti e doveri dei coniugi: il marito non è più il capo della famiglia, la cui conduzione è fondata sulla collaborazione coniugale;
  3. l'obbligo della fedeltà, dell'assistenza morale e materiale, della collaborazione, specialmente economica, per soddisfare i bisogni della famiglia in proporzione delle proprie sostanze e del reddito di lavoro;
  4. la potestà comune dei coniugi – non più solo maritale – sui figli; in caso di dissenso la legge prevede l'intervento del magistrato;
  5. la possibilità della separazione personale e del divorzio, secondo quanto previsto dalla legge Fortuna-Baslini del dicembre 1970, confermata dal fallimento del referendum abrogativo del maggio 1974;
  6. l'istituzione del regime patrimoniale della comunione dei beni e la ristrutturazione del diritto successorio in modo più favorevole per il coniuge superstite. Inoltre, la riforma prevede che la moglie non assuma il cognome del marito, bensì lo aggiunga al proprio. Se l'eguaglianza giuridica dei coniugi è ben definita dalla legge, altrettanto non si può dire per quanto riguarda l'eguaglianza morale, genericamente prevista dalla Costituzione, ma bisognosa di adeguati interventi legislativi.

Spostando l'attenzione sull'ambito sociale, possiamo vedere come, nell'ultimo decennio, si sia affermata la tendenza al recupero dei soggetti collettivi, e, tra questi, della famiglia. Questa tendenza, parallela e inversa rispetto alla crescente centralità dell'attore individuale, corrisponde alla rivalutazione della famiglia come agente di produzione oltre che di consumo di servizi.

Se il matrimonio è il fondamento della famiglia, vediamo nel caso italiano quanto e come ci si sposa.

Prendendo i dati più recenti, facciamo riferimento al confronto – operato dall'Istat – tra il primo trimestre del 1991 e lo stesso periodo dell'anno precedente. Ci si sposa meno. Ma i divorzi sono addirittura in declino: il 13,3 per cento in meno. Le domande di separazione subiscono un calo del 9,2 per cento.

Per ciò che riguarda i matrimoni, nel primo trimestre 1991 si sono celebrate 27.251 unioni, di cui 16.771 con rito religioso e 10.480 con rito civile. Secondo il raffronto con i primi tre mesi del '90, la flessione è del 13.4%. È interessante notare come al Nord e al Sud i dati siano quasi coincidenti. Nonostante che – rispetto al totale – i matrimoni religiosi siano intorno all'83%, contro il 17 per cento di quelli civili, guardando alla tendenza dal 1970 ad oggi si nota un calo costante delle unioni in Chiesa: siamo passati dalle 386.589 coppie nel '70 alle 264.003 nel 1988.

C'è chi parla di crollo di una tradizione, di latitanza dei valori religiosi. Gli studiosi frenano sull'argomento. In effetti, il numero dei matrimoni religiosi rimane tuttora su quote piuttosto elevate, soprattutto al Sud. Basti un esempio: in Calabria, nel 1990, il 91,9% dei fidanzati alla soglia del grande passo si è rivolto al parroco.

Costituzione

Articolo 29

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.

Il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.

Articolo 31

La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.

Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.

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Dall'on. Bianchini riceviamo e volentieri pubblichiamo, questo articolo, che vuole solleticare una riflessione dei partecipanti al Gio'2, sull'istituzione "famiglia" come nucleo fondamentale di costruzione della pace nella società. Attendiamo nei prossimi giorni eventuali altri interventi sull'argomento per fare magari, prima della fine del GIO' Boat un incontro "free", non previsto dal programma ma non per questo improvvisato.