GIO'2 Boat
Giornale di bordo n. 2
pagina 17

Famiglia e impegno politico

Nuova Politica - Famiglia e impegno politico pagina 17
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Dall'on. Bianchini riceviamo e volentieri pubblichiamo, questo articolo, che vuole solleticare una riflessione dei partecipanti al Gio'2, sull'istituzione "famiglia" come nucleo fondamentale di costruzione della pace nella società. Attendiamo nei prossimi giorni eventuali altri interventi sull'argomento per fare magari, prima della fine del GIO' Boat un incontro "free", non previsto dal programma ma non per questo improvvisato.

Fa parte della cultura cristiana, cui siamo stati educati, concepire il matrimonio come una scelta di vita, come una risposta alla chiamata di Dio per contribuire alla costruzione del suo Regno. Le conseguenze sono note: la procreazione responsabile, la crescita nella comunione dei due patners, l'educazione cristiana dei figli. Così come coerentemente ne deriva un certo modo di concepire e realizzare il fidanzamento: momento di verifica di una chiamata di "noi due'' al disegno di Dio.

Preghiera in comune, dialogo, rispetto reciproco, impegno sociale, sono gli ingredienti indispensabili perché un'amicizia si trasformi in una successiva scelta di vita in comune, nell'ambito di una concezione della vita come ''vocazione''.

E quanto sia importante essere fedeli a questa concezione ed a questa prassi dicomportamento emerge sempre di più dopo, man mano che la vita matrimoniale si sviluppa Di fronte infatti ai problemi concreti della vita: quanti figli, quale tipo di impegno nella Comunità ecclesiale e civile, la corretta impostazione iniziale e naturalmente la fedeltà ad alcuni momenti di preghiera in comune, di dialogo, di partecipazione alla vita della comunità cristiana, sono fattori fondamentali di realizzazione della vocazione matrimoniale.

Anche la vita sessuale, che è un elemento importante della vita di coppia, risente molto dell'impostazione data sin dalla fase prematrimoniale. Le rinunce cui l'educazione cristiana ci ha educato al fine di dare un significato di "donazione unica e definitiva" di sè a partire dal momento in cui si stabilizza una situazione oggettiva di scelta di vita, esplicano tutta la loro ricchezza anche successivamente. Già la vita matrimoniale stessa imporrà momenti di attesa che solo la finalità più grande, qual'è quella di costruire una Comunione sempre più profonda in Dio, riesce a far accogliere ed a sublimare.

Certamente per resistere nel tempo e saldamente il rapporto di coppia non può essere vissuto in chiave difensiva o di implicita sopportazione di un ruolo sociale. Esso regge solo se, una volta ben impostato, rimane fedele nel suo sviluppo "all'originalità della vocazione familiare''; cioè nel senso che ogni famiglia è "chiamata" a realizzare in maniera "originale'' la propria vocazione come "status".

E non v'è dubbio che, come la vocazione cristiana di ciascun uomo è quella di partecipare alla missione della Chiesa, così ciascuna famiglia cristiana non può non essere "aperta" e quindi partecipe di questa stessa missione. Del resto già essa come "chiesa domestica" è un luogo di educazione alla missione della Chiesa. La vera "generazione" dei figli sta poi nel riuscire a generarli alla missionarietà nell'ambito della Comunità cristiana. Ma il modo con il quale si traduce e si concretizza questa vocazione originale di ciascuna famiglia è tipico e irriproducibile. La sua scoperta e poi la fedeltà a questa ''vocazione di famiglia" costituiscono l'oggetto di una maturazione comune dei coniugi.

Certamente una delle tipiche ''vocazioni" familiari è quella connessa all'impegno politico di almeno uno dei due patners. Cimpegno pubblico che scaturisce dall'impegno per la "polis" sottrae, in maniera incredibile, risorse e tempo alla vita familiare. Sembra quasi si crei una contraddizione tra le esigenze di un impegno per la famiglia ed un impegno per la comunità.

L'equilibrio precedente di vita viene ad essere intaccato tant'è che non esistono più orari facilmente programmabili da destinare alla famiglia. Eppure i figli che stanno crescendo hanno bisogno di entrambi i coniugi: il rapporto con l'altro coniuge esige, da un punto di vista, un'intensità più grande, pur con una minor presenza fisica, anche per contribuire a superare tutte quelle difficoltà che comporta la ''vita pubblica'' fatta di tentazioni varie, di interessi particolari da ricondurre al bene comune. Ecco perché è inimmaginabile che l'impegno politico possa essere vissuto e realizzato nel suo profondo significato di "servizio alla Comunità" se non a partire da una profonda unità familiare.

Essa è frutto di una decisione consapevole comune circa la particolare vocazione cui quella famiglia è chiamata.

La forzatura di un coniuge sull'altro farà nascere inevitabili difficoltà di coppia nei momenti in cui maggiormente sarà il sacrificio cui l'altro coniuge ed i figli saranno sottoposti a seguito della tipica attività politica.

La scelta consapevole fatta insieme è, dunque, la prima condizione perché l'impegno politico abbia il necessario supporto di stimolo e di dedizione quale può scaturire da una unione profonda, capace essa stessa di generare fatti nuovi in ogni ambito di vita. Solo una comunione vera genera fatti veri. Ma

non basta certamente la scelta iniziale: questa deve essere continuamente verificata ecorroborata da una fedeltà a momenti comuni di preghiera, di incontro, di dialogo, momenti che diventano sempre più difficili da programmare. Occorre, infatti, una grande flessibilità da parte di entrambi iconiugi, con l'individuazione di strumenti, di modi, anche nuovi, per non impoverire un rapporto che deve essere in grado di alimentare il tipo di impegno verso gli altri, qual è l'impegno politico.

Non v'è dubbio che, anche qui, per realizzare una specifica ''vocazione familiare'' nell'impegno politico, la presenza di Dio nella famiglia diventa determinante.

Anche perché se è un mistero ed un miracolo continuo la vita della "comunità domestica'', a maggior ragione essa ha bisogno di Dio nel momento in cui sceglie di dedicarsi congenerosità, al bene della comunità.

Essa ha bisogno, infatti, di affidarsi a Lui, di ricercare e di capire, anche nelle scelte concrete, qualè il suo disegnoin questo passaggio breve della vita terrena, accettando i rischi, le fatiche, le difficoltà, ma anche confidando nel conforto e nella misericordia del Signore.

Una famiglia unita in Dio è allora il primo elemento portante di unimpegno che, specie in questi tempi, comporta anche rischi e incomprensioni a livello pubblico in grado di toccare profondamente la vita delle persone. 'Ira le famiglie chesi ritrovano investite dalla stessa ''vocazione specifica" occorrerebbe, forse, qualche momento comune, di preghiera e di dialogo per approfondire e capire il significato di un impegno che non può essere in contrasto con la vocazione originaria di realizzare una "Chiesa domestica". Occorre infatti far sì che l'impegno politico sia espressione e prolungamento nella storia di una esperienza di Comunione di amore, capace d'incidere sulla convivenza umana per trasformare i rapporti tra gli uomini, da rapporti d'interessi, di potere o di dominio in rapporti di solidarietà e di fraternità.

(da "Il Nuovo Giornale" del 22 settembre 1985)

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