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Il Caso Puecher (morire a vent'anni partigiano e cristiano) di Giacomo De Antonellis

Nuova Politica - Il Caso Puecher (morire a vent'anni partigiano e cristiano) di Giacomo De Antonellis pagina 22

Giacomo De Antonellis, inviato speciale della rai-tv, presenta in pagine cariche di pathos etico e di lirismo Giancarlo Puecher Passavalli prima medaglia d'oro della Resistenza, ma non obbedisce alla logica encomiastica e neppure alla retorica resistenziale.

Nato a Milano nel 1923 nel seno della buona borghesia lombarda, il giovane viene fucilato ad Erba poco prima del Natale 1943 come organizzatore dell'antifascismo locale. Motivo dell'esecuzione: la rappresaglia per l'uccisione in Brianza di uno squadrista ad opera di sconosciuti ed alla quale il Puecher era estraneo.

L'olocausto assume un valore di esemplarità evangelica, non solo per i vent'anni del martire, ma soprattutto per il comportamento eroico, tenuto durante i pressanti interrogatori, le feroci torture ed il simulacro grottesco di processo sommario.

L'eroismo tocca il vertice più alto nella lettera-testamento, indirizzata al padre, il quale era notaio e morirà di stenti nel campo nazista di Mathausen. Scrive fra l'altro: «perdono a coloro che mi giustiziano, perché non sanno quello che fanno».

Prima di morire abbraccia a uno a uno i militi, che formano il plotone d'esecuzione. Esclama: «Muoio per voi e per l'Italia, per me e per tutti».

Dalle pagine della biografia emergono «i ribelli per amore», i quali hanno l'allegria per il sangue, convinti come sono della sacralità della vita. L'impegno di Giancarlo è riassunto in questo stralcio: «Colpire il nemico senza spargimento di sangue ma con azioni di risonanza».

Il caso Puecher, cui accenna il titolo è una scelta di vita, ispirata alla fede al coraggio, all'amore generoso.

Giacomo De Antonellis
Il Caso Puecher (morire a vent'anni partigiano e cristiano)
prefazione di D. M. Turaldo
Rizzoli
pagine 214
Lire 13.000.

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