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Le suggestioni crescenti della «nuova destra»

Nuova Politica - Le suggestioni crescenti della «nuova destra» pagina 25

L'editoriale di «Civiltà Cattolica» del 17/3 è dedicato a un tema inedito per il dibattito italiano, anche se già di viva attualità: «Il neopaganesimo della Nuova Destra».

L'autorevole rivista dei gesuiti denuncia i contenuti e paventa i rischi di un'estensione in Italia della cosiddetta «Nuova Destra», movimento per ora solo culturale affermatosi già da qualche anno in Francia. Si tratta di un filone che da un lato ha recuperato certe tradizioni del versante «movimentista» della cultura di destra e antipopolare (Pound, Céline, La Rochelle, e soprattutto Julius Evola), dall'altro ha già intrapreso una nuova elaborazione e un nuovo progetto per l'attuale società, soprattutto nel suo leader riconosciuto, Alain De Benoist.

L'asse centrale di questa elaborazione è la lotta a tutti gli umanesimi, religiosi, democratici e popolari, nati secondo De Benoist tutti dall'antropologia cristiana, che avrebbe impresso nelle strutture della convivenza sociale i valori di giustizia, uguaglianza, solidarietà, pace, fraternità, amore per il prossimo.

Di questo bisogno, bisogna «riprendere quella concezione che era propria delle radici europee (greca, romana, celtica, germanica)», recuperando il paganesimo individualistico delle stirpi indoeuropee e precristiane; il dato fondamentale del giudizio sugli uomini è la loro DIVERSITÀ, intesa come DISUGUAGLIANZA, con la conseguente liceità di ipotesi discriminatorie e con l'affermazione di rapporti intersoggettivi fondati sulla competizione e sulla soppressione dei più deboli, di coloro che sono «disuguali».

«Civiltà Cattolica» denuncia in modo radicale queste teorizzazioni, affermando che la insidia principale non sta tanto in un loro ingresso «organico», cioè esplicito e compiuto, nella cultura italiana, quanto piuttosto nella possibile ripresa di spunti per la giustificazione di tesi equivoche e pericolose per la società e le istituzioni del nostro Paese.

Questa stessa preoccupazione ha indotto Carlo Afredo Moro, eminente giurista e prestigioso intellettuale cattolico-democratico, a prendere posizione, sullo stesso tema e nella stessa direzione, con un articolo apparso su «Segno nel MONDO», la rivista della Azione Cattolica, ora anche nella versione settimanale «Segno-Sette».

In questo intervento («Il nuovo paganesimo della nuova destra»), contenuto nel n. 8 del 5/3, C.A. Moro indica alcune possibili influenze «indotte» da questo movimento:

  • gli errori dello Stato sociale e le sue degenerazioni in assistenzialismo possono legittimare una riduzione indebita del doveroso intervento a favore degli «ultimi»;
  • emergono «nuove forme di meritocrazia accentuata che può facilmente trasformarsi in ritorni a forme aristocratiche ed elitarie»;
  • l'incapacità dei partiti di progettare e gestire il sistema «favorisce aggregazioni antipartitiche (...) e pone le premesse per un superamento della forma aggregativa e partecipativa in politica in favore di governi di tecnici o di sedicenti illuminanti»;
  • «la complessità dell'esperienza sociale di oggi... facilitano l'aspirazione ad un'apparente semplificazione dell'esistente ottenuta anche imboccando scorciatoie», oltre a suggestioni di leadership carismatiche e virtualmente autoritarie;
  • la secolarizzazione «facilita un'operazione politica che per essere vincente deve radicarsi su una lotta ferrea al cristianesimo e ai suoi valori».

La conclusione di C.A. Moro è che «la preoccupazione del mondo cattolico di combattere le idee cristiane impazzite» rischia di rendere meno avvertiti e vigili di fronte a questo processo storico-culturale che tende a superare il cristianesimo e tutti i suoi valori per restaurare un paganesimo». Su questo tema v. anche un articolo di Italo Vaccarini («La cultura della Nuova Destra») su «Aggiornamenti sociali» di aprile.

AA.VV., «Dizionario storico del movimento cattolico in Italia», Ed. Marietti, 1981-1984 tre volumi, in cinque tomi, L. 250.000
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