Cosa ci insegnano le vicende maltesi del 1986

di Andrea de Guttry
Professore emerito di Diritto Internazionale
Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa

Sono passati quasi 40 anni da quando, il 20 settembre 1986, nella mia qualità di Presidente dell’European Young Christian Democrats (il movimento giovanile dell’allora Partito Popolare Europeo) mi sono recato a Malta, su invito del partito nazionalista maltese. In quei giorni era prevista la celebrazione del 22° anniversario dell'indipendenza dell'isola. Era anche in corso una durissima campagna elettorale che vedeva confrontarsi due visioni diametralmente opposte: il Partito Nazionalista era fortemente impegnato per rafforzare il sistema democratico maltese e promuovere l’avvicinamento dell’isola all’Unione Europea anche in vista di una futura adesione mentre il Partito Laburista, allora al Governo, aveva posizioni terzomondiste e guardava con interesse alla Libia e all’allora Unione Sovietica.

Di quei giorni ricordo la fortissima tensione politica (in cui si è inserito il mio fermo con l’accusa di avere parlato ad una manifestazione politica senza averne richiesto la preventiva autorizzazione alle autorità locali) ma, soprattutto, l’incredibile impegno di parte della società maltese pronta ad impegnarsi in prima persona per il futuro del proprio paese. La presenza di oltre 100.000 persone (su una popolazione complessiva di circa 350.000 abitanti) alla manifestazione organizzata dal Partito nazionalista ne era una testimonianza evidente. Ricordo anche la grande e convinta partecipazione dei giovani che hanno deciso di impegnarsi attivamente per cambiare il proprio paese e di non rimanere nel limbo del vago malcontento: in segno di grande maturità.

Da quel momento storico hanno avuto origine molte delle scelte politiche del nuovo Governo maltese guidato dal nazionalista Eddie Fenech Adami eletto nel 1987 il cui impegno personale e la cui visione politica hanno portato Malta a diventare, il 1° maggio 2004, uno Stato membro dell’UE.

De Guttry come Gorla in arresto a Malta
GIO'2 Boat
Giornale di bordo n. 2
Libero de Guttry: quando lo sarà Malta?
GIO'2 Boat
Giornale di bordo n. 3

A distanza di tanti anni da quei drammatici momenti, è possibile ed opportuno trarre alcuni insegnamenti, che sembrano quanto mai validi e rilevanti specie in un contesto storico quale quello attuale che vede, di nuovo, in grave difficoltà il sistema democratico ed i valori per i quali si sono impegnati, a metà degli anni 80, tanti cittadini e cittadine maltesi.

In primo luogo, non si può mai dare per scontato che i valori ed i principi democratici facciano ormai parte del patrimonio genetico delle nostre comunità: troppi esempi di questi anni dimostrano chiaramente quanto sia fragile il sistema democratico e di quante cure ed attenzioni abbia bisogno per non essere sovvertito, magari surrettiziamente.

Malta. L’isola della discordia
Nuova Politica novembre 1986
Intervista ad Andrea De Guttry, presidente giovani dc europei

In secondo luogo, la mobilitazione pacifica delle persone per la tutela degli ideali comuni resta uno dei cardini del sistema democratico e può risultare, come dimostra il caso maltese, decisiva per orientare le scelte del Governo e per disegnare il futuro del paese. Un segno di speranza per quanti oggigiorno, dalla Serbia alla Georgia, dal Madagascar al Nepal, continuano a manifestare quotidianamente e a lottare per un futuro diverso del proprio paese. Sebbene la solidarietà internazionale sia importante per facilitare il processo democratico, è chiaro che la partecipazione popolare continua a restare l’elemento decisivo.

In terzo luogo, l’impegno pro-Europa del Partito Nazionalista Maltese e dei cittadini maltesi a metà degli anni ^80 si è dimostrato vincente, tanto sul piano economico (il PIL pro-capite a Malta è triplicato tra il 1986 ed il 2024) , quanto su quello della stabilità politica del Paese e della sua influenza sul sistema europeo (dal 2022 Roberta Metsola è Presidente del Parlamento europeo e Malta ha avuto la Presidenza dell’Unione Europea nel 2017 e la riavrà nel 2030).

Infine, l’Unione Europea ha rappresentato, anche nel caso di Malta (così come oggi in Moldova, in Georgia, in Ucraina ed in altri Stati dei Balcani) un forte elemento di attrazione ed un punto di riferimento essenziale per le lotte democratiche in questi paesi. In un momento complicato come quello attuale, nel quale si manifestano tensioni sempre più diversificate su molteplici fronti, l’Unione europea deve sapere dimostrare di essere realmente in grado di evolversi rapidamente (sia dal punto di vista istituzionale che delle politiche settoriali), per potere gestire in modo credibile e rapido le nuove sfide. È in gioco la credibilità dell’Unione Europea sullo scenario internazionale. Il vero rischio per l’UE è proprio quello di deludere i cittadini dei paesi in lotta per la democrazia: i movimenti per riformare lo Stato perderebbero, in tal caso, una gran parte della carica ideale sui quali si fondano ed un importante punto di riferimento. Sarebbe un danno gravissimo per la democrazia in Europa ed in altre parti del mondo. L’esperienza di Malta ci insegna, chiaramente, che ancora oggi dobbiamo tutti impegnarci personalmente, affinché questo scenario non si realizzi.