Il monumento più antico di Città del Lussemburgo sono le casematte, una serie di bunker ante litteram, poco più di una fitta rete di cunicoli scavati nella roccia viva di un colle che domina la capitale del Granducato. Le fece costruire, esattamente mille anni fa, il signore di quelle terre per difendersi insieme alla propria gente dalle scorrerie dei potenti e pericolosi vicini francesi e tedeschi.
La gente chiama le casematte sia con il nome francese che con quello tedesco e quello fiammingo. Le tre lingue si fondono in maniera curiosa nel dialetto locale, che spesso le affianca senza il timore di urtare le suscettibilità nazionali. Succede allora che chi rifiuti un favore risponda educatamente, e correttamente con un grazioso «Ne, merci», dove accanto al «grazie» francese viene messa la negazione del Blattdeusch, il tedesco colloquiale della Renania. Il tutto nel nome della cortesia ed in spregio di più di 1O secoli di storia iniziata nel nono secolo dell'Era Volgare, quando più a sud, a Verdun e Strasburgo, i successori di Carlo Magno si spartirono il Sacro Romano Impero con una serie di trattati che dettero nobiltà alle nascenti lingue tedesca e francese.
Non è un caso, del resto, che in un bel libro di uno storico inglese, Geoffrey Barraclough, si sostenga che da queste parti ed in quei tempi si siano gettate le fondamenta della stessa idea d'Europa, comprendente le terre già parte dell'Impero di Roma e quelle del mondo germanico.
Se però i due mondi latino e germanico si sono scontrati per secoli a Verdun, dove Carlo Imperatore sterminò e sottomise i Sassoni che adoravano gli alberi al posto del vero Dio e dove la Repubblica Francese ed il Reich tedesco mandarono a morire migliaia di giovani nel 1915, in Lussemburgo sono riusciti a fondersi senza eccessivi traumi.
Un retaggio di tolleranza che risale a secoli fa e che rende i lussemburghesi per molti versi particolari. Il Granducato è l'unico paese d'Europa dove anche i più anziani, protagonisti di quegli anni, ricordano senza animosità gli anni dell'occupazione nazista, iniziata con la violazione della neutralità del piccolo stato.
Per raggiungere dalla capitale i due centri più importanti del Paese, Metz e Clervaux, basta un trenino dove si incontrano spesso gli immigrati italiani e spagnoli giunti qua trenta anni fa a lavorare in miniera e ad aprire ristoranti e pizzerie. Sembrano arrivati ieri, ed il Granducato assomiglia alla periferia di Torino.
A Clervaux, che i tedeschi chiamano Clerf, il castello ospita un piccolo museo pieno di ricordi della Battaglia delle Ardenne, e nelle montagne che uniscono la cittadina a Drauffelt non è difficile ritrovare ancora numerosi residuati bellici. A pochi chilometri di distanza, oltre il confine con il Belgio, si trova Bastogne, Basternach per chi ha perso la guerra, il centro della resistenza nazista all'esercito del generale Patton. Questi, è scritto nei libri di storia, pronunciò a non troppi chilometri da dove ora sorge un mastodontico monumento ai caduti americani un discorso che doveva restare negli annali come quello di Pericle in onore dei morti della Guerra del Peloponneso. Ma Patton non era un raffinato intellettuale (e nemmeno un raffinato stratega, secondo taluni), ed apostrofò i suoi uomini ricordando loro che, a guerra finita, avrebbero potuto essere fieri di dire: «No, in quegli anni io non ero a spalare letame in Oklahoma, ma sulle Ardenne con quel figlio di p... di Giorgetto Patton». Segno che l'oratoria, nobile arte teorizzata in filosofia dai sofisti e coltivata in America come in tutti i paesi democratici, aveva imboccato la via della decadenza. Consola pensare che Patton non era ad Austerlitz.
Nell'economia locale un gioco fondamentale è fatto dall'industria siderurgica che occupa una gran parte della popolazione, tanto che il piccolo Lussemburgo è, in rapporto, uno dei paesi leader del settore.
Le principali attività agricole producono avena, frumento, segale. Cospicua è anche la produzione della patata, di mele e di prugne, sia fresche che secche. Notevole è anche la coltura della rosa, in particolar modo a gambo lungo. All'allevamento è legata un'altra attività locale particolarmente fiorente: la produzione casearia. Dai grandi allevamenti bovini sgorgano enormi quantità di latte che la popolazione destina, oltre che al consumo immediato, alla produzione di formaggi e del rinomato burro locale. Non inferiore è anche la produzione di uova e l'allevamento dei pulcini.
Geograficamente parlando, tra i più piccoli stati dell'Europa continentale, vede la vita politico-istituzionale regolata da una Costituzione dal 1968 e che classifica il Lussemburgo tra le monarchie costituzionali.
La Camera dei Deputati è composta da soli 56 membri. Ad essi spetta il potere legislativo e di fronte ad essa il Governo risponde della propria attività. Il mandato di cui la Camera dei Deputati dispone è di cinque anni e all'elezione dei membri si giunge tramite l'elezione diretta operata con suffragio universale.
Il Lussemburgo è membro della Comunità Europea, dell'ONU, dell'OCDE, della NATO, del Consiglio d'Europa, dell'UEO e del Benelux.



