Siamo ormai alle ultime battute del nostro entusiasmante viaggio e possiamo cercare di abbozzare alcune considerazioni "a caldo" su GIO'2.
Innanzitutto il tono generalmente elevato degli interventi, la tensione e l'attenzione costante da parte dei partecipanti è stata per i giornalisti una sorpresa e per noi una piacevole conferma.
Al di là delle "goliardate" serali (e si è scoperto che i giovani dc hanno un finissimo senso dell'umorismo e dell'autoironia!) i serrati dibattiti quotidiani sono stati ben assortiti e abbiamo avuto la conferma che le tematiche prescelte erano e restano le vere problematiche su cui si basa il nostro impegno politico e la nostra voglia di fare politica.
Di pace si è discusso in tanti modi e potrei dire che il concetto di pace è stato in questi giorni sviscerato, scarnificato, analizzato in tutti i suoi molteplici aspetti.
Un dato voglio però in particolare puntualizzare perché personalmente lo considero un segno di maturità e di concretezza: la grande assente dai nostri dibattiti è stata la retorica, la pomposa abitudine di spaziare sempre più lontano con varie alchimie dialettiche, vera e propria killer dei dibattiti; i nostri ragazzi, noi tutti, la abbiamo definitivamente uccisa.
Sono troppo reali e concreti gli interrogativi, le attese, i bisogni del nostro mondo giovanile perché sia ancora consentito ai nostri uomini di partito, di potersene allontanare. Anche il linguaggio della politica sta cambiando, si sta adeguando e la nostra gratitudine verso i vari relatori ospiti di questi giorni è anche per questo sforzo di comprensione e di chiarezza che hanno saputo svolgere.
Il congresso di Maiori è ormai lontano e davvero ora stiamo entrando nel vivo della organizzazione del congresso che sancirà il nostro passaggio nella schiera degli ex-giovani dc.
Bene, un motivo vorrei lanciare fin d'ora a tutti voi dal Giornale di Bordo di GIO'2, ed è significativo per me dirlo da qui, dove abbiamo dimostrato più che mai il cemento che abbiamo saputo realizzare in questi tre anni, un monito dicevo che è sostanzialmente questo.
Non ricominciate a suddividervi in fazioni precongressuali, non pensiate che il prossimo congresso possa essere impostato su basi analoghe a quelle di Maiori.
Oggi, nella quotidianità del lavoro politico, con Renzo Lusetti e Mauro Fabris abbiamo superato le divisioni correntizie che pure esistevano a Maiori.
Quello che abbiamo fatto, tutti quanti, è stato reso possibile dalla consapevolezza che solo la buona qualità dei rapporti interpersonali sarebbe stata la garanzia di successo.
Siamo stati, e lo sapevamo fin dall'inizio, una gestione del movimento "di transizione'' e sta 'a voi adesso continuare l'opera, direi oggi, ben impostata.
Non so davvero chi sarà il prossimo delegato nazionale, ma vorrei ricordare, e lo ha detto anche De Mita nel nostro dibattito di ieri, che il vero buon politico si vede dalla collegialità e dal coinvolgimento che sa suscitare ed in questo senso credo che il nostro periodo sia stato un successo, al di là dei fattori d'immagine e di attenzione incuriosita dei mass media, che pure ci sono stati.
Cari amici, l'aver chiuso il nostro triennio sull'Achille Lauro sui grandi temi della pace, l'aver creduto ea ragione, che i grandi temi della politica, le grandi problematiche sovrannazionali, siano oggi tornati ad essere l'epicentro dell'impegno sociale e politico dei giovani dc, non è stato improvvisazione, è stata
invece la certezza che il fare politica per i giovani democristiani si basa su degli intenti nobili, su radici solide e non certo su ambizioni personali o attese fittizie, e in questo senso la vostra appassionata partecipazione al GI0'2 BOAT, è stata un successo.
Siamo certi che il vuoto dei giovani dc nel partito in questi anni è stato in parte colmato; sta a voi tutti ora, nei prossimi anni confermarlo, e dimostrare che la nuovissima dc è alle porte.
Il vostro compito sarà ben più difficile del nostro, ma personalmente sono sicuro, e lo si è visto in questi giorni, che il nostro lavoro di semina darà un raccolto stupendo.


