In Italia si conosce purtroppo ben poco della realtà della Repubblica di Cina di Taiwan, più conosciuta forse con il nome di Formosa, del suo sviluppo economico, degli ultimi importanti avvenimenti politici e della situazione in continuo sviluppo dei rapporti internazionali in cui il Governo della R.O.C. è impegnato.
Proprio per questo, quando al Movimento giovanile dc fu offerta la possibilità per alcuni.dei suoi dirigenti nazionali di visitare ufficialmente l'isola di Taiwan, incontrando i rappresentanti istituzionali delle realtà politiche ed economiche del Paese, ritenni subito che fosse un'occasione da non mancare.
Così, grazie al concreto interessamento dell"'Associazione per l'amicizia fra l'Italia e la Repubblica di Cina", al cui Segretario Generale dott. Camillo Zuccoli rivolgiamo, per tutti, il nostro ringraziamento, ma soprattutto grazie alla disponibilità del Governo della R.O.C. ed alla rispettiva Ambasciata presso la Santa Sede a Roma, è stato possibile dare concretezza a questa iniziativa nata dell'esigenza di conoscere più a fondo la realtà di Taiwan e la sua possibilità di collaborazione con l'Italia.
G. Piero D'Alia, Giovanni Garzella e Lodovico Marazzi componevano con me la delegazione del Movimento giovanile.
Al nostro arrivo a Taipei trovammo ad accoglierci la tradizionale squisita cortesia orientale unita alla disponibilità e all'efficiente capacità organizzativa del dott. Bonifacio Hor Kuo Chi, Primo Segretario del Ministero degli Affari Esteri, che ci ha accompagnato durante tutta la nostra permanenza a Taiwan.
Fu proprio la fusione di due aspetti legati a culture diverse il primo dato che rilevammo e di cui avemmo poi conferma nei giorni successivi seguendo l'intero programma predisposto per noi: fu un po' una sorpresa scoprire che pur nel rispetto delle tradizioni orientali, numerosi aspetti assimilavano la R.O.C. ai Paesi Occidentali più vicini a noi, soprattutto se confrontati con quanto si conosce dell'altra realtà cinese, quella comunista.
Economicamente i principi di efficenza e di libera iniziativa hanno consentito alla Repubblica di Cina di minimizzare in pochi decenni il divario con i Paesi più avanzati nel Mondo rendendo Taiwan una delle esperienze oggi certamente più interessanti di tutto il Sud est asiatico.
La conferma di questa realtà, oltre che dai dati statistici dove si legge per Taiwan un bilancio import-export fortemente in attivo e un reddito annuo pro capite in costante crescita ed avvicinamento agli standard europei, si può trovare nella serenità della gente, nel suo comportamento, nei suoi costumi.
I tre principi di Sun Yat-sen, fondatore della Repubblica di Cina,"Democrazia, nazionalismo, benessere", radicatisi nel cittadino di Taiwan, hanno consentito un vero e proprio miracolo nel paese, con una economia oggi avviata rapidamente all'alta tecnologia, all'elettronica, all'informatica e non più basata quindi solo sul basso costo della mano d'opera.
A questo si aggiunga la quasi assoluta assenza di disoccupazione, una distribuzione del reddito con forbice fra i.più ricchi e più poveri di 1 a 4 contro 1 a 12 dell'Italia, e con il 95% delle famiglie collocate ad un livello di vita più che soddisfacente.
A questi risultati la R.O.C. è giunta sfuggendo gli eccessi fanatici delle rivoluzioni culturali il cui fallimento era prevedibile anche prima delle feroci repressioni contro i movimenti giovanili e studenteschi di Pechino.
Al contrario il Taiwan la millenaria cultura cinese ha saputo fondersi con i valori della società moderna di tipo occidentale senza perdere le tradizioni ed il patrimonio ideale di una civiltà, consentendo all'isola di porsi ali'avanguardia nei settori più sofisticati della tecnologia di produzione.
Dal punto di vista politico la Repubblica di Cina a Taiwan sta attraversando un periodo di transizione molto importante e delicato: negli ultimi anni infatti le riforme introdotte del Governo stanno radicalmente cambiando al scena politica e sociale dell'isola che, abbandonando l'autoritarismo monopartitico, sta sempre più affinando la forma di democrazia basata sul confronto tra diversi partiti politici.
Nel luglio dello scorso anno infatti, si è svolta una conferenza informale cui hanno preso parte membri del Governo della R.O.C., rappresentanti dell'opposizione, studiosi e dissidenti politici rientrati dall'esilio che aveva lo scopo, usando le parole del Presidente Lee Terg-hui, di "stabilire le linee direttrici di una grande riforma democratica".
Lo stesso partito di Governo, il Kuomintang, ritiene che solo con un deciso impegno politico democratico e con l'approccio graduale ad un reale pluralismo politico si possa garantire la stabilità politica e sociale all'isola, proseguendo su quella linea che nel 1987 aveva condotto all'abolizione della legge marziale, alla libertà di stampa, all'apertura di rapporti con la Cina comunista.
I cittadini della Repubblica di Cina godono oggi di una libertà di parola, di assemblea e di stampa paragonabili a quella delle democrazie occidentali, anche se per l'istituzionalizzazione di un vero pluralismo politico competitivo sono ancora necessari alcuni passaggi che comprendano una riforma delle strutture di rappresentanza politica della Repubblica.
Al progresso in campo politico si deve però necessariamente affiancare quello in campo sociale: la rapida crescita economica di Taiwan è infatti stata accompagnata dalla nascita di una serie di problemi e pressioni sociali.
Con l'industrializzazione e la concentrazione della popolazione nelle città sono pian piano emersi problemi di programmazione urbanistica, di pianificazione del territorio e di salvaguardia ambientale, di potenziamento dei servizi sanitari e assistenziali, cioè quei problemi legati alle politiche sociali caratteristici di tutti i Paesi ad economia avanzata.
Tutto ciò basterebbe già a giustificare una maggiore attenzione da parte del nostro Paese nei confronti della R.O.C., ma se consideriamo le opportunità che potrebbero derivare da un più stretto rapporto di collaborazione economicocommerciale tra i due Paesi risulta ancora più evidente la necessità di operare in tal senso.
L'esigenza di limitare il proprio surplus commerciale (le riserve in valuta straniera della R.O.C. ammontano oggi a diverse decine di miliardi di dollari) o la necessità di trovare risposta alla continua crescita delle domanda interna di beni di lusso, contribuiscono a rendere quello di Taiwan un mercato di estremo interesse per il commercio italiano.
É quindi importante che l'Italia si impegni seriamente per superare velocemente le difficoltà legate all'assenza di relazioni diplomatiche, rotte nel 1970 contestualmente alla apertura della stesse con la Cina comunista di Pechino.
Quasi tutti gli altri paesi europei e le principali potenze mondiali hanno già superato il problema aprendo a Taipei uffici commerciali che suppliscono quelli diplomatici sostituendosi ad essi anche nel rilascio dei visti sui passaporti, condizione essenziale per consentire che la cooperazione tra le due Nazioni non risulti soffocata la lungaggini burocratiche che scoraggerebbero chiunque. Mal'Italia è purtroppo ancora oggi molto in ritardo, o su questa strada l'unico passo in avanti è rappresentato dall'apertura, poco più di un anno fa, del- 1'"ltalian Trade Promotion Office" legato all '"ltalian Trading Service" della Bnl, il cui direttore dott. Vincenzo Masi, nei frequenti incontri avuti a Taipei, ci ha più volte evidenziato quanto la lentezza nel risolvere la questione relativa alle procedure di rilascio dei visti stia danneggiando pesantemente la possibilità di incrementare le esportazioni italiane e la partecipazione a progetti di opere pubbliche.
I coincidenti interessi della Repubblica di Cina di Taiwan e dell'Italia potrebbero significare per i prossimi anni l'apertura di uno spazio interessante nel nostro commercio con l'estero: sarebbe assurdo perdere l'occasione per disattenzione o per pigrizia.


