Biogenetica

La linea di confine

Nuova Politica - La linea di confine pagina 18
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In un campo così nuovo e soprattutto così poco seguito dal punto di vista normativo o giurisprudenziale la Chiesa ha già mosso con decisione i suoi passi fondamentali. La necessità di una attenta riflessione in vista delle scelte future che impegnano valori fortemente avversati dal mondo consumistico e radical-chic.

Dissodare un terreno così impervio come quello rappresentato dalla genetica è per me impresa ardua. Nuovi e prima impensabili traguardi scientifici stanno ridisegnando il terreno e nuove scoperte si scorgono all'orizzonte.

Dai dibattiti di questo periodo emergono alcune questioni sociali che affrontano importanti spunti di riflessione. Mi sia subito concesso annotare una considerazione sul modo – serio, esemplare e pluralistico – dimostrato dal mondo cattolico nell'affrontare le delicate questioni della biotecnologia e della genetica avanzata e problematiche così gravide di conseguenze morali.

Dato per assunto il carattere positivo della scienza e dello sforzo degli scienziati impegnati in una gara con la natura al fine di dilatare i confini del progresso umano, oggi più che mai, sarà doveroso meditare sul contenuto etico delle aspirazioni dei ricercatori.

Questa civiltà ha raggiunto un livello di sviluppo scientifico e tecnologico così elevato che sotto diversi aspetti è possibile affermare che l'uomo è «signore» della natura, avendo imposto ad essa ritmi e processi che non le appartengono.

Ma come rendercene conto? Consideriamo ad esempio che ormai è insufficiente affidare alla natura il compito di liberarsi dai problemi dell'inquinamento. Le sue possibilità di autorigenerazione non sono più bastevoli, in quanto, solamente l'uomo, visto come «gestore» delle risorse terrestri dovrà attivare i necessari processi di disinquinamento.

Ora, lo stesso senso di responsabilità «gestionale» dovrà essere impiegato nel campo delle scoperte scientifiche. Sarà pericoloso e antisociale scagliarsi contro la scienza che rappresenta la volontà di conoscere e di progredire.

Ma, altrettanto pericoloso o moralmente inaccettabile sarà il tacere dinanzi ad un progresso che, ad ogni suo faticoso passo in avanti corre il rischio di divenire cieco ed irresponsabile.

Ecco allora il nascente fenomeno della produzione artificiale di embrioni umani da utilizzare nella sperimentazione.

La carta vincente per affrontare il futuro che queste scienze ci dischiuderanno sarà quello di contribuire alla crescita del senso di responsabilità sociale ed umana. Ma quale uso si dovrà fare di certe scoperte scientifiche che per svilupparsi necessitano di «particolari» sperimentazioni?

È questo uno scottante problema da aggredire con appropriato studio che non trascuri ogni riflesso in campo critico. Negli ultimi ottantotto anni l'uomo ha reinventato più volte i modi di vivere su questo pianeta. Ad un avanzamento tecnologico spesso ha corrisposto un sensibile aumento del benessere sociale. Tantissime malattie sono state debellate. Abbiamo però assistito all'uso ed alle applicazioni più bieche del progresso: grandi e orribili conflitti, armi atomiche e biologiche.

A monte di queste problematiche sull'impegno della scienza si può fare questa considerazione di principio: ogni volta che la vita non è più «la misura» ovvero il confine e tutela del singolo uomo, embrione, ecc., sarà sempre possibile che qualcuno tenti di oltrepassare ed infrangere. tutte le «altre» misure. Tempo fa, si era già posto il problema delle manipolazioni genetiche su alcune specie animali al fine di selezionare razze più idonee sotto il profilo della resa alimentare. Oggi gli interrogativi si fanno più inquietanti se si realizzerà la possibilità di «selezionare» anche gli esseri umani!

La fecondazione artificiale sta mutando il suo fine terapeutico. Nata da richieste scientifiche di nuove opportunità per rendere possibile la vita di fronte a conclamata infertilità della coppia, ora rischia di diventare un'opzione volontaria, un'alternativa che consentirà la «programmazione e la selezione» della prole.

Del resto ci sarà facile sospettare quali logiche sono alla base delle numerose aberranti ipotesi che giungono a negare al nascituro l'elementare diritto di essere concepito all'interno della famiglia...

Ecco perché è giusto interrogarsi e quando occorre, legittimo dubitare. Tutti i migliori propositi dell'uomo da sempre sono legati all'imperfezione morale della sua natura.

Egoismo, brama di potere volontà di sopraffazione si sono già ampiamente espressi in questi «meravigliosi» ottantotto anni di progresso. Attendiamo ora dal legislatore la necessaria elaborazione di una precisa normativa di riferimento da offrire a questo prezioso settore della ricerca che ben si presta a divenire territorio di frontiera e di aggressività sperimentale.

Retrospettive pericolose
Francesco Sanna
Dal documento della Congregazione vaticana. Le risposte della Chiesa

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