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«La città dell'uomo. Costruire, da cristiani, la città dell'uomo a misura d'uomo» di Giuseppe Lazzati

Nuova Politica - «La città dell'uomo. Costruire, da cristiani, la città dell'uomo a misura d'uomo» di Giuseppe Lazzati pagina 26

Perchè, potrebbe chiedere qualcuno, un «nobile animale politico», amico di La Pira e Dossetti, deputato alla Costituente, rettore negli anni tormentati della contestazione della Università Cattolica, proprio nell'anno in cui abbandona l'insegnamento per motivi di età, si impegna ancora con lo scrivere un libro di politica pura?

Perché no, se a scrivere questo agile volumetto di circa 80 pagine è un uomo quale Giuseppe Lazzati? E perché no, se l'autore stesso, nell'introduzione spiega che... «il punto di partenza è l'impressione che per lo più, tra noi cristiani – per i quali si scrive – non sia sufficientemente chiaro il posto che la politica ha, che non può non avere, che deve avere per l'uomo che abbia coscienza di che cosa significhi per lui essere cittadino, componente essenziale del suo essere uomo. Forse è anche meno chiaro il significato che essa assume per il cristiano e il suo valore in rapporto al Regno di Dio, fine assoluto del cristiano stesso». Questo richiamo dunque ad un servizio politico che è quasi nel ... DNA di ogni cristiano, meglio, come dice l'autore, per il fedele laico è il punto focale del libro il cui titolo e sottotitolo costituiscono un lampante paradigma:

«La città dell'uomo. Costruire, da cristiani, la città dell'uomo a misura d'uomo». Ma certo che per convincere i cristiani a questo atto di servizio agli uomini che dovrebbe essere la politica, è inutile nasconderlo l'autore lo fa chiaro sin dalle prime pagine, si deve ripartire da una concezione diversa della politica e soprattutto da un modo di farla che sia diverso dall'attuale che classifica spesso, nelle categorie mentali comuni la politica come «una cosa sporca». Ma non si può certo fare politica tanto per agitarsi... perciò Lazzati ci propone un impegno che abbia come fine la costruzione di una convivenza «a misura d'uomo», che abbia cioè, come fine ultimo, ma anche come nobile mezzo, l'uomo nella interezza, l'uomo nella sua dignità suprema di creatura di Dio, l'uomo come momento principale di confronto nella cernita dei bisogni e delle priorità che comunque la politica impone.

Nel momento in cui maggiore è il distacco dalla politica e forse la stessa contemporanea vita politica è così distante dalla pura politica, assume un maggior valore questo richiamo non ad una sciocca militanza senza fini, ma ad una attività che per un cristiano può essere primaria nella costruzione del Regno di Dio: solo in questo modo si torna all'evangelica richiesta di essere «servo dei servi». Arrivando al termine Lazzati si schermisce sperando che il lettore «non debba dire di aver perduto il suo tempo». No, Professore, certamente non l'abbiamo perduto con lei il tempo; sapesse quanto se ne perde nella... «grande politica» dei comunicati a seguire, dei veti incrociati, delle scelte senza principi. Grazie professore!

 

Giuseppe Lazzati
La città dell'uomo. Costruire, da cristiani, la città dell'uomo a misura d'uomo
AVE editore
pagine 75
L. 6.000 

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