Presentiamo una antologia di scritti, messaggi, atti papali tratti da un interessantissimo libro della Elledici: «I Papi e l'Europa» – documenti, a cura di Pietro Conte. Qual è il senso di tale antologia?
Non certo quello di avvalorare l'ipotesi che la Chiesa o nemmeno lo Stato di Città del Vaticano abbiano un interesse per così dire «temporale», oppure la nazionalità dei Papi succedutisi dalla fine del secondo conflitto mondiale li faccia sentire più vicini alla Europa rispetto a qualsiasi altro continente.
No, l'intenzione è semplicemente quella di dare testimonianza del legame forte tra la missione spirituale ed universale della Chiesa cattolica ed i principi per nulla venati di «particulare» di coloro che sono stati i «Padri dell'Europa», e di coloro che ancora oggi vi credono.
L'unità europea sembra così legata, talvolta, agli interessi dei paesi membri della Cee, eppure le idee sulla base delle quali la unione europea è nata e può prosperare sono idee universali di pace e di concordia. Idee che hanno radici nel perverso olocausto delle due guerre mondiali di questo secolo.
Ecco, le parole dei Papi stanno a ricordarci questa universalità, questa capacità di unire l'Europa guardando oltre l'orizzonte dell'Europa.
E dunque ecco la cura diversa, eppure animata dallo stesso soffio dello Spirito Santo di quattro Papi oggi consegnati alla storia.
Da Pio XII, con la pena di chi ha visto le genti sconvolte e disperse dalla guerra, a causa di sentimenti nazionalistici assurdi e legati ad un tempo passato.
A Papa Giovanni XXIII, così attento ai desideri di pace e di bontà delle persone, dei popoli ancor prima degli Stati.
Passando per il grande e lungo Pontificato di Paolo VI, così attento ad una Europa che desse risposte ad un mondo in evoluzione veloce e troppo consumista, passati gli anni del «disagio economico», per volgersi con carità all'emergenza del terzo mondo.
Per finire con Papa Giovanni Paolo, di cui riportiamo una allocuzione di quando era ancora Patriarca di Venezia ed allora dimostrava già quelle qualità di analisi rigorosa e nello stesso tempo piena di speranza che lo Spirito Santo ci ha fatto incontrare per così poco tempo.
Un «filo rosso» di speranza e di amore lega tutti i resti, anche quelli più lontani, per così dire, dagli interrogativi istituzionali: la certezza. La certezza che l'Europa, intessuta dello spirito cristiano, alla fine riemergerà dai tanti «lacci e lacciuoli» dei secoli bui per tornare a far luce a sé stessa e con il resto del mondo.
| PIO XII | |
| 18 settembre 1947 | Omelia «Exsultent hodie» dopo il Vangelo nella «Cappella papale» alla basilica Ostiense per il XIV centenario della morte di san Benedetto (celebrante il card. Alfredo Ildefonso Schuster osb, arcivescovo di Milano; presenti tutti gli abati delle varie congregazioni dell'ordine benedettino, che hanno eletto l'abate primate) |
| 24 dicembre 1947 | radiomessaggio natalizio «La festività natalizia» ai fedeli di tutto il mondo (il papa parla dall'appartamento privato, per indisposizione; alla Radio vaticana sono collegate la Rai e altre reti nazionali) |
| 11 novembre 1948 | allocuzione «Nous sommes très sensible» al III Congresso internazionale della Unione europea dei federalisti, dopo le adunanze svolte a Roma; Castel Gandolfo |
| 24 dicembre 1953 | radiomessaggio natalizio «Il popolo, che abitava» ai fedeli di tutto il mondo |
| 24 dicembre 1954 | radiomessaggio natalizio «Ecce ego declinabo...» ai fedeli di tutto il mondo (il papa, malato, parla dallo studio privato) |
| 13 giugno 1957 | allocuzione «Nous sommes heureux» al Congresso d'Europa, indetto dal Consiglio italiano del Movimento europeo (un migliaio di parlamentari delle sedici nazioni che aderiscono al Movimento, soprattutto dei sei Stati che compongono la CECA: Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo; tra i presenti, il presidente internazionale del Movimento, Robert Schuman) |
| 13 aprile 1958 | allocuzione «C'est une joie» a delegazioni dell'Africa francese con rappresentanti del Governo centrale e con imprenditori pubblici e privati (in occasione di un viaggio in Italia delle delegazioni, allo scopo di intensificare le relazioni con grandi enti industriali) |
| Giovanni XIII | |
| 26 gennaio 1961 | allocuzione «Votre présence ici» ai Delegati dell'Assemblea Parlamentare europea e Paesi d'oltremare associati alla Cee (Stati Africani e Madagascar), partecipanti alla riunione preparatoria della relativa Conferenza |
| Paolo VI | |
| 30 agosto 1965 | allocuzione ad un gruppo di ex combattenti germanici in visita ai cimiteri di guerra in Italia, accompagnati da rappresentanze degli ex combattenti francesi, inglesi e italiani, sotto gli auspici del Comitato tedesco per la collaborazione europea delle vittime di guerra e della Confederazione europea degli ex combattenti |
| 8 aprile 1967 | allocuzione «Répondant bien volontiers» al Comitato d'intesa delle organizzazioni sindacali e professionali dei Giovani agricoltori dei Paesi della Cee, riuniti a Roma in giornate di studio |
| 29 aprile 1967 | allocuzione «Nous nous réjouissons» all'Assemblea Generale della Associazione degli Istituti di Studi Europei, organizzata dall'Istituto «Alcide De Gasperi» e svoltasi a Roma, con la partecipazione di rappresentanze di Austria, Belgio, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Olanda, Spagna, Svizzera |
| 16 aprile 1970 | allocuzione «Est-il besoin» alla Commissione sociale e sanitaria del Parlamento europeo, con i presidenti delle rispettive commissioni dei Parlamenti nazionali dei sei paesi della Cee |
| 1° febbraio 1974 | allocuzione alla Sessione annuale della Conferenza Parlamentare dell'Associazione tra la Cee e gli Stati Africani, il Madagascar e l'Isola Maurizio, associati (con parlamentari dei dodici Paesi già associati, presenti anche rappresentanti di altri Paesi associabili; il gruppo, di circa trecento persone, è guidato dall'on. Cornelis Berkhouwer, presidente del Parlamento Europeo e della Conferenza, e dal presidente dell'Assemblea nazionale della Costa d'Avorio e vice presidente della Conferenza, on. Philippe Jacé) |
| 25 luglio 1975 | lettera «En juin 1973» a mons. Agostino Casaroli, segretario del Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa, per costituirlo proprio Delegato speciale alla Conferenza di Helsinki sulla sicurezza e sulla cooperazione in Europa, in occasione della firma dell'Atto finale da parte degli alti rappresentanti degli Stati (30 luglio – 1° agosto; la lettera verrà letta dallo stesso Arcivescovo nel corso del suo intervento nel pomeriggio del 1° agosto) |
| 18 ottobre 1975 | allocuzione «Le Symposium des éveques d'Europe» al III Simposio dei vescovi europei, i cui lavori si sono svolti a Roma al «Salesianum» e vengono ora chiusi con una concelebrazione con il papa per l'Anno Santo (centoventi presenti: con il presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa, Ccee, e presidente del Simposio, mons. Roger Etchegaray, arcivescovo di Marsiglia, e l'organizzatore del Simposio, mons. Gaetano Bonicelli, oltre ottanta tra cardinali, arcivescovi e vescovi, e inoltre teologi, osservatori della Curia Romana, delegati delle Conferenze Episcopali dei vari continenti, segretari delle Conferenze Episcopali d'Europa, rappresentanti del clero, superiori di Ordini religiosi, rappresentanti del laicato cattolico, delegati della Conferenza delle Chiese [Cristiane] d'Europa, KEK) |
| 12 gennaio 1976 | allocuzione «Nous disons» al Corpo diplomatico accreditato presso la S. Sede, in occasione della presentazione degli auguri per il nuovo anno |
| card. Albino Luciani, patriarca di Venezia | |
| 17 settembre 1977 | Discorso pronunciato dal cardinale patriarca di Venezia Albino Luciani a Recoaro Terme, al Convegno ivi organizzato dall'Unione cattolica stampa italiana (UCSI) per il 17-18 settembre sul tema «La libera stampa per l'Europa unita» (presenti, fra gli altri, il presidente dell'UCSI on. Flaminio Piccoli, e il presidente dei giornalisti europei dott. Gustavo Selva, direttore del Gr2 Rai). |

