Ricordando

Mariano Rumor

Nuova Politica - Mariano Rumor pagina 24

Mariano Rumor è stato una delle personalità più importanti della Dc veneta, anzi l'unico veneto, dopo Luigi Lazzati, veneziano, presidente del consiglio nel 1910, che è stato per cinque volte presidente del consiglio dei ministri e due volte segretario nazionale del partito. I suoi amici che lo hanno visto pochi giorni prima di morire hanno notato che era raggiante di gioia per il grande elogio che aveva fatto di lui Arnaldo Forlani, durante il congresso regionale della Dc veneta a Thiene. "Adesso basta. Mi sta mettendo in imbarazzo", aveva confidato al sottosegretario Giuliano Zoso. Poi, dopo il congresso, aveva detto agli amici che si sentiva stanco ed era andato a dormire. Con la gioia nel cuore di questo grande elogio Mariano Rumor si è definitivamente addormentato e spento nella pace di Dio e degli uomini. Di lui ha detto il Vescovo di Vicenza Nonis: "Riteniamo di interpretare il sentimento della nostra gente, che lo vedeva partecipe anche della sua vita straordinaria, se diciamo che Mariano Rumor è stato un uomo buono, un politico onesto, un cristiano. Mariano Rumor è giunto indenne all'approdo della sua vita diletto a Dio e apprezzato dagli uomini. Egli lavorò letteralmente fino al giorno precedente alla sua morte, perché il senso del dovere lo induceva a protrarre sino a una età relativamente avanzata la traduzione operosa degli impegni assunti di fronte a Dio, nella propria coscienza, verso il bene comune e la scelta espressa dalla sua, dalla nostra gente".

Durante i funerali Forlani ha detto: "L'esempio più forte che ci lascia Rumor è la sua generosità che egli ha spiegato il tratto umano di Mariano Rumor, la sua disponibilità al dialogo, il suo attaccamento al partito, non saranno facilmente ripetibili. Sarà un'operazione complessa ricostruire la figura di Rumor. É stato il capofila di tutta una generazione di dirigenti Dc che hanno avuto un ruolo significativo nella vita del partito e del paese. Ma prima e oltre il suo spessore politico noi ricordiamo la sua figura umana, il suo equilibrio, la sua serenità di fondo. stato sulla breccia fino all'ultima ora. É morto, da protagonista, sulla scena politica.

Attento e discreto come era lascia in tutti noi un grande rimpianto e un grande vuoto".

Un grande elogio gli è stato conferito dal New York Times: "Mariano Rumor pilotò la democrazia italiana attraverso le insidie del più difficile periodo vissuto dall'Italia dalla caduta del fascismo". E ricorda in particolare "i suoi modi gentili" e le sue grandi capacità di "abile conciliatore".

Importante e significativa pure la commemorazione che di lui ha fatto il ministro delle Partecipazioni Statali Carlo Francanzani: "Rumor è stato la figura più significativa della Dc veneta, l'uomo attraverso cui essa ha assunto le massime responsabilità alla guida del partito e del governo. I democristiani veneti hanno riconosciuto in lui il maestro e la guida. Molto devono a lui tutte le organizzazioni cattoliche operanti nel politico e nel sociale che si sono costituite in Italia nel dopoguerra dalla Dc alla Cisl e alle Acli. Molto il Paese deve a lui che, prima nella costituente e poi a capo del governo, in momenti travagliati e di difficile transizione politica, seppe mantenere e sviluppare i valori che sono alla base della nostra democrazia".

Anche Amintore Fanfani ha scritto parole particolarmente commosse e significative: "Eccezionale è il dolore che la inattesa morte di Mariano Rumor reca a tutti quanti lo conobbero. Mi trovai con Lui in tutte le vicende della vita politica italiana, mettendoci insieme a disposizione per superare ogni osta- colo, proseguendo l'opera di De Gasperi nella difesa della libertà, nella ricostruzione del Paese, nello sviluppo di tutti i settori della economia. Nei giorni tribolati dell'agosto 1948, Rumor, relatore della legge sul piano-casa, attirò una grande attenzione da parte di De Gasperi, come egli ebbe a dirmi, e quella attenzione ci fece ritrovare insieme il giorno in cui il grande leader moriva. Le collaborazioni precedenti al ministero del Lavoro e al ministero dell'agricoltura si rinnovarono alla Presidenza del Consiglio, nel 1954 e poi, di volta in volta, nelle circostanze più difficili in cui si dibatteva il Paese, chiedendo alla Dc di ispirarsi ai suoi grandi ideali per essere sempre vicina ai cittadini che soffrivano per risollevarsi e sempre attenta ai grandi problemi nazionali ed internazionali che investivano l'Italia, per concorrere a risolverli. L'emozione impedisce di scendere a altri ricordi e la fede invita a chiedere per Lui il premio eterno".

Non si può restare a guardare

Articoli correlati

Nessun risultato